Con un lungo post su Instagram Claudia Zanella ha voluto condividere con i suoi follower un pensiero che, dopo averla attanagliata per tanto tempo in passato, è tornato nella sua mente a causa di un articolo. Il post dell’ex moglie di Fausto Brizzi è iniziato così: “Oggi leggevo un articolo che mi ha sconvolto perché mi ha fatto tornare a 6 anni fa, a un dolore che avevo cercato di rimuovere”.
Nel corso del post la donna ha raccontato a tutti i suoi follower di quando ha rischiato di abortire sua figlia a causa di un errore da parte di un medico: “Anche io e Penelope siamo stati quell’errore su 4. Che durante la morfologica il medico ( illustre professore di Roma) guardò me e il padre di Penelope dicendo che alla bimba mancava una parte di cervello e che avrei dovuto abortire… Ho pianto per 15 giorni, la mia pancia aveva smesso di crescere tanto era la sofferenza, è stato il dolore più grande della mia vita”. Un racconto sofferto quello di Claudia Zanella, ma che può essere utile per altre donne.
Claudia Zanella, il suo dolore e il messaggio alle donne
Condividendo la sua esperienza Claudia Zanella vuole far capire a tutti quanto sia possibile cadere in un errore durante le prognosi in gravidanza, dove 1 su 4 è sbagliata e, soprattutto, di quanto sia importante ricevere sempre un secondo parere medico che secondo la donna dovrebbe essere: “Veloce e gratuito”.
Claudia Zanella, dopo la diagnosi errata che le è costata 15 giorni di pianto, ma decise di fare altri controlli: “Nuovi medici ci hanno detto che il professore si era sbagliato. Errore medico. Capita”. Adesso la donna è mamma di sua figlia Penelope, avuta con il suo ex marito Fausto Brizzi, che è nata: “Sanissima”. Ma non è stato facile elaborare quel dolore: “Oggi leggendo questo articolo il dolore è tornato forte e prepotente specialmente perché vedo che capita spesso. Forse troppo. Ecco, credo che non si legga quasi mai di questo. Di cosa prova quella donna su quattro. Di quanto sia importante un secondo parere. Anche un terzo. Che dovrebbe essere veloce e gratuito. Ma spesso non lo è”.
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