Coco Gauff ha solo 16 anni – compiuti peraltro da un mese – ma è già famosissima, è già entrata nella Top 50 del ranking mondiale (parliamo di tennis) e, come ha rivelato lei stessa, ha anche sofferto di depressione. Una malattia che colpisce all’improvviso, che non si può curare del tutto, che è come un pesante manto che ti scivola addosso e ti cancella ogni emozione, lasciando solo un grande vuoto. Almeno, anche così l’ha descritta chi ci è passato; tra questi appunto la Gauff, possibile fenomeno del tennis mondiale in futuro ma già ottima giocatrice nel presente. “Per tutta la vita sono sempre stata la più giovane a fare tutto, e questo ha creato un clamore che non volevo” ha detto: da qui la discesa nel tunnel, tanto da chiedersi se giocare a tennis fosse quello che davvero volesse.
“I risultati li ho sempre avuti e non era quello il problema”, ha detto Coco all’Independent; il punto era non riuscire ad apprezzare quello che sapeva di amare. Poco prima di Wimbledon ha anche pensato di prendersi un anno sabbatico, di concentrarsi sulla vita privata e provare a capire; non lo ha fatto e noi oggi possiamo dire per fortuna – almeno dal punto di vista dello sport – perché sull’erba di Londra la statunitense di Delray Beach è volata agli ottavi di finale battendo tra le altre Venus Williams (cinque volte campionessa qui) e diventando la più giovane tennista al terzo turno di uno Slam dai tempi di Anna Kournikova – che ci era riuscita 23 anni prima – ma anche la più precoce di sempre all’AELTC. Agli Us Open Coco ha centrato il terzo turno (eliminando la campionessa in carica Naomi Osaka), agli Australian Open ha ritrovato gli ottavi e si è presa la 49esima posizione nella classifica (oggi è 52). Nel mentre, ha vinto il primo titolo Wta sul cemento di Linz (categoria International).
COCO GAUFF E LA DEPRESSIONE: I PRECEDENTI
Eppure, tutto questo sarebbe non potuto accadere: Coco Gauff ha confessato di essere confusa e pensierosa, di essersi chiesta se il tennis fosse la strada che altri volevano che lei intraprendesse. “Ci sono voluti molti momenti difficili, tanti pianti; ne sono uscita più forte, e conoscendo me stessa più che mai”. Purtroppo, magari senza arrivare alla depressione, simili storie sono tristemente note tra i giovanissimi dello sport che, saliti alla ribalta in età adolescenziale, non riescono a reggere la pressione anche perché, magari, mal consigliati o gestiti. Restando al tennis, Jennifer Capriati era una star a 14 anni ma prima dei 20 entrò nel tunnel della droga – fortunatamente uscendone (per un certo periodo almeno), e vincendo tre Slam già nel terzo millennio – mentre resta celebre la vicenda di Andrea Jaeger, prima lucky loser di sempre a vincere un torneo (ci è riuscita anche Olga Danilovic due anni fa), numero 2 Wta a 16 anni e due volte finalista Slam a 17: si ritirò a 21 anni, in realtà già a 18 era una ex giocatrice. Ufficialmente per un infortunio alla spalla; in seguito, dopo essere diventata una suora domenicana (ordine abbandonato tre anni più tardi), ha confessato abusi da parte del padre e tentativi di alcuni coach di assumere droghe.