Tra i vicoli di Napoli la sua voce risuona ancora, dieci anni dopo la morte. La sua presenza è ancora viva, palpabile, come se il tempo da quel 2015 non fosse passato. Pino Daniele esiste ancora. Nei suoi figli, nel suo mare, nel Vesuvio e nella gente che non può fare a meno di cantare le sue canzoni, le sue poesie, spesso dedicate alla città partenopea, che gli ha dato la vita. Eppure sono passati dieci anni da quel 4 gennaio 2015, quando Pino si è spento per sempre, gettando nella disperazione la famiglia, gli amici e milioni di fan in tutto il mondo. Ma come è morto Pino Daniele?
Da tempo il grande artista partenopeo soffriva di problemi cardiaci. La sua, infatti, è una famiglia che purtroppo per ereditarietà ha sempre avuto a che fare con problemi di cuore e per questa ragione anche alcuni dei suoi fratelli sono morti a causa di arresti cardiaci e problemi di salute legati appunto a malfunzionamento dell’apparato cardiocircolatorio. Tornando a Pino, la sera del 4 gennaio 2015, poco prima che compisse 60 anni, fu colpito da un infarto. Pino Daniele si trovava nella sua villa in Toscana, tra Magliano e Orbetello, in provincia di Grosseto. Il cantante fu trasportato al Sant’Eugenio di Roma ma dopo vari tentativi di rianimazione, fu dichiarato morto.
Come è morto Pino Daniele? La corsa disperata a Roma
Nella villa in Toscana dove Pino Daniele ha avuto l’infarto, con lui c’era Amanda Bonini, compagna di allora con la quale aveva cominciato una storia dopo la rottura con Fabiola, la moglie. Pino chiese espressamente ad Amanda di portarlo dal suo cardiologo di fiducia, a Roma. La donna guidò ad altissima velocità, cercando di arrivare il prima possibile nella Capitale, ma venne fortemente criticata per questo: non lo portò, infatti, nell’ospedale più vicino come buonsenso avrebbe voluto ma assecondò la richiesta del cantante di vedere il suo cardiologo. Una scelta che si rivelò fatale.