Proprio in occasione del 20esimo anniversario che si celebra nella giornata di oggi, vale la pena tornare indietro nel tempo fino a quel 2 aprile del 2005 per ricordare come’è morto Giovanni Paolo II, considerato da moltissimi uno dei più importanti Pontefici della storia moderna con una carica durata più di 26 anni che ha reso il suo – dopo solamente all’apostolo Pietro e a Papa Pio IX – il terzo pontificato per durata: chi era adulto o adolescente all’epoca ricorderà bene il lutto e il cordoglio mondiale che seguì la morte di Papa Giovanni Paolo II, arrivata al culmine di una lunga malattia e di una 15ina scarsa di anni alle prese con il Parkinson che segnò – in un certo senso – l’inizio del declino del Santo Padre.
Se parliamo della morte di Giovanni Paolo II non possiamo che partire proprio da quel 1991 nel quale Karol Wojtyla iniziò a mostrare i primissimi sintomi del Parkinson – malattia piuttosto comune tra gli anziani e che rende complesso camminare e parlare autonomamente, tanto che dal 2002 in seguito ad un’artrosi acuta il pontefice non apparve più in piedi durante le sue tante apparizioni pubbliche; mentre fu dal 2003 – tra alti e bassi – che l’apprensione si fece sempre più alta dopo che il suo braccio destro (e successore) Joseph Ratzinger in un’intervista sulla salute del Pontefice suggerì ai fedeli di pregare per lui.
Com’è morto Giovanni Paolo II: il Parkinson e il primo ricovero in ospedale per l’influenza

Al di là dell’invito di Ratzinger, Giovanni Paolo II continuò a svolgere la sua consueta attività fino al primo febbraio del 2005 quando fu ricoverato al Gemelli di Roma per via di una grave infiammazione acuta legata ad un’influenza: nel nosocomio rimase per ‘soli’ nove giorni dopo aver recitato un Angelus dalla sua finestra al Policlinico ed aver mancato l’appuntamento con la messa del Mercoledì delle ceneri; mentre il 24 febbraio fu costretto a tornare in ospedale per una seconda volta a causa di problemi respiratori e in questa occasione di fu praticata una tracheotomia.
Da quel momento iniziarono gli ultimi giorni di Giovanni Paolo II accompagnati da una grande apprensione da parte del mondo intero e da una vera e propria processione di fedeli che ogni giorni raggiungevano Roma per pregare per il Pontefice: nei giorni successivi al secondo ricovero riuscì anche a benedire i presenti in modo silenzioso con la mano alzata al cielo dalla finestra del Gemelli di Roma; mentre per sentire la sua voce si dovette attendere fino al 13 marzo quando fece ritorno in Vaticano dopo quasi un mese di ricovero.
Gli ultimi giorni di Karol Wojtyla: com’è morto Giovanni Paolo II
Il successivo 20 marzo Giovanni Paolo II si fece vedere una seconda volta dalle finestre del Vaticano, ma due giorni dopo venne annunciato un aggravarsi delle condizioni di salute per via della mancata risposta alle cure: il programma pasquale fu completamene stravolto e la presenza di Wojtyla cancellata sia per il Giovedì santo, che per la messa in Cena Domini, per la lavanda dei piedi, ma anche per la Via Crucis e per la vera e propria Pasqua; con il Pontefice che seguì tutte le funzioni dai suoi appartamenti vaticani, comparendo solamente durante l’Urbi et Orbi pasquale al fianco del cardinale Angelo Sodano.
L’ultima apparizione pubblica – che aprì ai veri e propri ultimi giorni di Giovanni Paolo II – fu il successivo 30 marzo quando si affacciò su piazza San Pietro cercando di comunicare con la folla e riuscendo ad emettere solamente un lungo e drammatico sospiro al microfono: quello stesso giorno venne collegato ai sistemi per l’alimentazione indotta e il giorno successivo fu la volta di un’infezione all’apparato urinario; con il pontefice che rifiutò fermamente il ricovero per evitare di prolungare la sua agonia e rispettare – disse – la “volontà del Signore”.
Il primo aprile le condizioni di Giovanni Paolo II precipitarono ulteriormente a causa di un’insufficienza cardiaca e respiratoria: da quel momento seguirono diverse ore concitate, con i quotidiani affamati di notizie e i fedeli sempre più preoccupati; mentre il giorno successivo nel bollettino mattutino del Vaticano venne definito “moribondo” fino a quando in serata l’arcivescovo Leonardo Sandri apparve ai numerosi fedeli in preghiera – da giorni – in piazza San Pietro per comunicare che “alle 21:37, il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla Casa del Padre“.