ATTESO OGGI IL NUOVO BOLLETTINO MEDICO SU PAPA FRANCESCO: I MIGLIORAMENTI E LE CAUTELE SULLE DIMISSIONI
Con il diradarsi degli aggiornamenti ufficiali dall’ospedale Gemelli, sapere come sta Papa Francesco non è comunque un problema in quanto ogni sera anche di questa settimana il Vaticano ha provveduto ad informare con brevi note lo stato di salute giorno per giorno. Oggi 19 marzo 2025 però, festa di San Giuseppe e dunque di tutti i papà del mondo, la Santa Sede provvederà a pubblicare un nuovo bollettino medico ufficiale in arrivo dal Policlinico romano, quasi una settimana dopo l’ultima informativa giunta lo scorso venerdì.
I miglioramenti continuano, sia dal punto di vista respiratorio (NIV notturna tolta negli ultimi due giorni, fisioterapia respiratoria migliorata, ridotta intensità dell’ossigenoterapia anche di giorno con cannule nasali non sempre indossate), che da quello fisico con la ripresa graduale degli spostamenti, anche se in carrozzella. Il quadro resta stabile, come spiegava ieri sera il “pre-bollettino” diffuso dal Vaticano in attesa degli aggiornamenti in arrivo mercoledì sera: stabile, ma comunque complesso visto che la cautela regna sovrana in un corpo debilitato da oltre un mese di ricovero e da una polmonite bilaterale che solo ora inizia a ridurre i sintomi pesanti.
Per questo motivo è ormai 48 ore che davanti alle richieste su tempistiche per una dimissione dall’ospedale, il Vaticano tende a smentire tempi brevi e immediati: «le dimissioni non sono imminenti», hanno ripetuto sia ieri che lunedì i collaboratori della Santa Sede citati nell’aggiornamento apparso sulla stampa vaticana. La prudenza per la situazione così particolare della malattia di Papa Francesco è d’obbligo: si vuole evitare ulteriori infezioni, peggioramenti e ricadute, ora che il quadro inizia a migliorare finalmente. La degenza potrebbe protrarsi per “giorni”, fanno sapere d’Oltretevere, con un lasso di tempistica che però non stupirebbe se divenisse anche di “settimane”: questo porterebbe importanti sconvolgimenti nell’agenda del Santo Padre, già rivoluzionata in queste settimane tra i vari riti saltati tra Giubileo e inizio Quaresima.
“QUADRO COMPLESSO IMPONE LUNGA CONVALESCENZA”: È POSSIBILE CHE IL PAPA NON PARTECIPI ALLA SETTIMANA SANTA
In tal senso anche in Vaticano ritengono importante arrivare a capire quanto prima la reale situazione sanitaria e le condizioni ideali per far riprendere la totale guarigione per Papa Francesco: il 20 aprile prossimo la Santa Pasqua del Signore, con la Settimana Santa che la precede, sono il fulcro della liturgia cristiana annuale e quest’anno, per la prima volta, potrebbe non vedere presente il Pontefice in nessuno dei riti fondamentali.
Lo scrive oggi “il Tempo” citando fonti interne alla Santa Sede: sebbene la decisione dovrà ancora essere presa e sarà ovviamente relativa a quanto consiglieranno i medici del Gemelli che hanno in cura il Papa, il Vaticano starebbe già studiando un piano alternativo (come ammesso negli scorsi giorni anche dal cardinale Parolin) per la sostituzione del Santo Padre nella celebrazione dei riti della Settimana Santa. Dal Giovedì Santo fino al messaggio Urbi et Orbi del giorno di Pasqua, potrebbe non esserci Papa Francesco presente con i sostituti vicari e il Segretario di Stato che invece sarebbero le funzioni del Santo Padre per guidare la Chiesa nell’evento liturgico dell’anno cattolico.
In particolare – e sarebbe una prima volta nella storia – il cardinale Parolin potrebbe leggere lui il messaggio nel giorno di Pasqua scritto da Papa Francesco: tutto resta in forse ovviamente in attesa di sapere evoluzioni sullo stato di salute del Papa, a cominciare già dal bollettino in arrivo questa sera dal Gemelli. La cautela è sempre massima in Vaticano e in ospedale, non si vuole forzare le tappe e portare nuovi rischi per le condizioni ora finalmente in miglioramento del Papa: intervistato dal “Messaggero”, il responsabile scientifico della SIMIT (ente italiano per le malattie infettive), professor Massimo Andreoni, sottolinea il processo lento di guarigione di Bergoglio.
Non è un elemento anomalo ma è assai sensato che i progressi di questo tipo molto delicato di malattia, in un paziente 88enne con problemi pregressi, siano comunque lenti: la riduzione progressiva del supporto di ossigeno, rileva l’esperto, è un segnale molto positivo ma serve comunque calma a prudenza in questa fase di guarigione. Secondo il prof. Andreoni infatti, la convalescenza dopo la degenza in ospedale sarà «lunga e indispensabile» per poter poi riportarlo alla «ripresa tradizionale delle sue attività», mai abbandonate comunque anche in questi giorni travagliati, come dimostra l’importante lettera contro il disarmo pubblicata ieri. Seppur in modo graduale, conclude l’infettivologo, «Papa Francesco superata questa fase di fragilità potrà tornare alle proprie funzioni».