A distanza di un anno dalla sua introduzione, il concordato preventivo biennale subisce la sua prima variazione. Le modifiche hanno escluso dalla lista dei beneficiari le P.IVA forfettarie, allungato i tempi per far domanda e hanno apportato dei cambiamenti al conteggio delle tasse dovute all’Ade.
Dopo un anno dalla ricorrenza del CPB, Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, fa retrofront e decide di togliere le partita IVA nel regime forfettario privandogli di godere dell’opportunità di “accordi bonari fiscali” con l’Ade, pattuendo anticipatamente le imposte dovute.
Concordato preventivo biennale con maggior tempi di adesione
Ma se da un lato il 2025 priva i forfettari di aderire al concordato preventivo biennale, dall’altro aspetto i potenziali beneficiari – ben 2 milioni – hanno più tempo per poter aderire, dato che la scadenza è stata prorogata di altri due mesi, terminando il 30 settembre di quest’anno.
La nota negativa – tra le novità del CPB – è il rincaro applicato a chi aderisce. Infatti, sui ricavi che eccedono la differenza precedentemente pattuita, e che vanno oltre gli 85.000€ si applicherà una aliquota del 24% in caso di società di capitali, oppure al 43% se è per una persona fisica.
Si prospetta dunque l’abolizione al precedente adempimento fiscale per chi era nella flat tax, e le nuove regole saranno applicate soltanto alle nuove adesioni, ovvero per l’anno in corso e il prossimo.
Termini di decadenza autonoma
L’ultima novità sul concordato preventivo biennale implica l’esclusione automatica per quei contribuenti che pur avendo aderito a società tra avvocati, fra professionisti oppure ad associazioni professionali, dichiarano separatamente un reddito da attività autonoma.
Affinché il lavoratore non voglia perdere il beneficio, l’associazione o società a cui partecipa, devono anch’esse scegliere di aderire al CPB.
Ma i cambiamenti non finiscono qui, infatti a perdere il CPB sono anche quelle società o associazioni il cui socio – o più di uno – percettore di un reddito da autonomo, non riesce più a stimare i suoi ricavi come previsto dal concordato preventivo.