Ancora caos nel Pd in Sicilia: il voto in assemblea inguaia il prossimo Congresso, le minoranze contro la gestione Barbagallo-Schlein. Ecco cos'è successo
IL CONGRESSO (DEL CAOS) A RIDOSSO DELLE COMUNALI 2025: COS’È SUCCESSO AL PD IN SICILIA (CON CONSEGUENZE NAZIONALI)
Di norma le accuse di brogli e potenziali scandali in merito ad un partito o un Governo vengono mosse dalle opposizioni e dagli altri rivali: per spiegare il caos completo del Pd in Sicilia si potrebbe dunque partire dal fatto che le critiche feroci sull’andamento del Congresso regionale arrivano tutte praticamente da dentro il Partito Democratico, con lo scontro tra minoranze (riformiste) e maggioranza che non può non avere anche echi nazionali nella sempiterna complessa gestione della Segreteria di Elly Schlein.
Alla vigilia delle Elezioni Comunali in Sicilia (il prossimo 25-26 maggio, in concomitanza con le Amministrative in 120 Comuni delle Regioni a statuto ordinario), il Congresso dem convocato a Palermo tra il 15 maggio e il 1 giugno 2025 doveva semplicemente riconfermare alla guida del partito locale Antony Emanuele Barbagallo, deputato Pd e uomo forte di Giuseppe Provenzano in Sicilia. Il problema è che è emerso un nutrito numero di polemiche e accuse di potenziali brogli per l’ultima Assemblea regionale dem dello scorso 27 gennaio dove, tra i vari atti, è stato approvato un ordine del giorno che esclude le primarie aperte per l’elezione del Segretario al Congresso.
Con un percorso insomma inverso a quanto emerso nelle Primarie nazionali del Pd post-Enrico Letta, dove a sorpresa Schlein scalzò Bonaccini (che aveva vinto le primarie nei soli circoli Pd), l’Assemblea sotto esame ha approvato il voto solo degli iscritti al Partito Democratico siciliano, attirando le ire delle minoranze e degli oppositori di Barbagallo che già gli imputano una gestione disastrosa a livello politico di questi ultimi anni. Tra membri ARS assenti, voti con nickname non verificati e, pare, anche la presenza di una persona morta, i votanti dell’Assemblea di fine gennaio risultano tutt’altro che una platea regolare, con e accuse che ora esplodono a ridosso del Congresso (e del voto delle Amministrative).
BROGLI, VOTI “FANTASMA” E ALTRO: IL CAOS DEL CONGRESSO REGIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO
Lo scontro in Sicilia è dunque legato alle primarie “escluse” dal voto dell’Assemblea regionale, ma è evidente che riaccende battaglie più nazionali tra l’area progressista filo-Schlein e le varie anime riformiste-centriste che non condividono la spinta radicale della Segretaria, fino alla scelta di puntare sui Referendum abrogativi contro la legge del Governo Renzi sul Job’s Act.
Ma le accuse contro il Congresso sono realmente “choc”, se ci permettete lo slang un po’ “clickbait”: 52 collegati con l’assemblea avevano profili falsi e non identificabili del tutto (tra cui “Gatto nero” e “Merlo” tra i più contestati), ma vi sarebbero stati anche alcuni voti non registrati e addirittura un nome che parrebbe di una persona deceduta (accusa il “Corriere” citando fonti dirette Dem in Sicilia).
E così dopo il ritiro della candidatura di Antonello Cracolici (attuale presidente dell’Antimafia siciliana, ndr) in polemica contro la gestione di Barbagallo, anche l’altro potenziale sfidante – il deputato dell’ARS regionale Fabio Venezia – minaccia di far saltare l’intero Pd siciliano se il segretario non publicherà nelle prossime ore l’elenco ufficiale di chi ha votato decidendo per l’esclusione delle primarie aperte anche ai non iscritti al partito siciliano. «Non parteciperemo a un congresso frutto di forzature e brogli», accusa Venezia addirittura mettendo in allarme il comitato nazionale, «il Pd non è una loggia massonica».
L’area più vicina a Barbagallo e Schlein sottolinea però che non vi sono stati brogli o “magheggi” choc, semplicemente dopo la rinuncia di Cracolici le regole non sono più state condivise e si è generata una faida interna che non fa bene al partito, «continuano a pensare che gli avversari siano altrove» commenta Sergio Lima, componente della Direzione Nazionale Dem.
Come ben spiegano i retroscena oggi sulle turbolenze nel Pd alla vigilia delle Elezioni locali, lo scontro interno tra “pro-Bonaccini” e “pro-Schlein” nasce da lontano con i risultati pessimi del Pd in Sicilia sia alle Regionali 2022 (dove Caterina Chinnici, vincente alle primarie, è poi passata in Forza Italia in aperta polemica con Schlein) che alle ultime Europee 2024. L’accusa n.1 per la mala-gestione politica è sempre Barbagallo, e di riflesso il binomio stretto progressista tra Elly Schlein e Provenzano. Lo scontro intanto continua e a ridosso del Congresso locale si attendono nuovi, anche clamorosi, colpi di scena…