Prende ancora una volta parola Karl-Heinz Rummenigge, CEO del Bayern Monaco, per raccontare anche agli appassionati italiani che sta succedendo in Germania e come in casa della Bundesliga si sta affrontando l’emergenza sanitaria da coronavirus. Il numero 1 dei bavaresi trova dunque spazio oggi sulle colonne del Corriere della Sera, dove racconta della formazione di una speciale task force medica per monitorare la salute dei giocatori e di quali sono le misure finora adottate, come i mini allenamenti, concessi a gruppetti di 4-5 giocatori (che hanno fatto non poco discutere anche in Italia): “I mini gruppi? Funzionano molto bene, perché come Lega abbiamo istituto una task force medica, che è in contatto quotidiano con la politica e controlla che tutto si svolga in modo regolare. Due volte a settimana vengono a fare il tampone ai calciatori”. In aggiunta lo stesso Rummenigge ha poi aggiunto parlando sempre di casa propria: “ Fra i club tedeschi c’è molta unità in questo momento la Lega comprende anche la serie B e c’è grande solidarietà: credo che siamo un esempio per la politica e per il popolo tedesco”.
CORONAVIRUS BUNDESLIGA, RUMMENIGGE: SOLDARIETA’ TRA GERMANIA E ITALIA!
Nella lunga intervista concessa però per Rummenigge c’è spazio anche per qualche ricordo nostalgico della sua permanenza in Italia come giocatore: “Ho vissuto tre anni in Italia, forse sono stati i più belli della mia vita. È una terra speciale, è molto diversa come Paese, per politica e cultura. Da tedesco, dico che è eccezionale, e lo pensano anche milioni di miei connazionali”. E proprio a questo grande affetto il CEO del Bayern parte per lanciare un messaggio di vicinanza e solidarietà, proprio in questo momento così drammatico per l’Italia e l’Europa, per il perdurare dell’emergenza sanitaria per la pandemia da coronavirus. “Solidarietà tra Paese Europei come sostenuto presidente della Repubblica tedesca, Frank-Walter Steinmeier? Penso proprio di sì. In questo momento dobbiamo darci una mano l’uno con l’altro. Ci sono spalle più forti che devono aiutare quelle meno forti”: il pensiero del dirigente tedesco.
Dopo quindi una nuova invocazione all’unione, in questo momento così complicato per l’Europa, il pensiero di Rummenigge non può che ritornare al calcio e a come il sistema uscirà malconcio da questa pesantissima crisi, oltre che sulla necessità, sempre pressante, di chiudere il campionato: “ La solidarietà in questo momento è la cosa più importante, a tutti i livelli: tra i Paesi e tra le persone. Se il calcio ripartirà con spese meno folli? Ciò che conta adesso è finire la stagione”.