Una svolta nella lotta alla pandemia da Coronavirus arriva nelle ultime ore dagli Stati Uniti e fa il paio con il recente annuncio da parte del Ministero della Salute italiano a proposito dei vaccini che potrebbe essere brevettati da un team di ricerca di Oxford e da CanSino in Cina. Infatti presso la Columbia University di New York sono stati isolati dei “super anticorpi” contro il Covid-19 che pare abbiano dimostrato di essere i più efficaci nel combattere l’infezione: se i risultati dei test svolti a proposito dovessero essere confermati si aprirebbe la strada all’individuazione più rapida non solo di nuove cure ma anche dal punto di vita vaccinale. Come si apprende gli anticorpi oggetto dello studio sono stati prelevati da malati di Covid-19 e, come spiegato dalla rivista Nature (su cui sono stati pubblicati in esclusiva i risultati della stessa ricerca), potrebbero ora essere anche prodotti su larga scala dato che sono tra più efficaci individuati finora dall’uomo.
ISOLATI ‘SUPER ANTICORPI’ CONTRO IL COVID: POSSIBILE SVOLTA NELLA RICERCA PERCHE’…
In attesa dei test sull’essere umano di questi “super anticorpi” che daranno dei dati più definitivi, al momento il team di ricerca della Columbia University ha ottenuto risposte molto positive isolandoli e poi testandoli sugli animali: insomma, come accennato, negli ultimi giorni la lotta globale contro il Coronavirus che vede diversi centri di ricerca in tutto il mondo procedere parallelamente e condividere le nuove scoperte è forse arrivata a un punto di svolta. In attesa di capire se questi “super anticorpi” possano essere efficaci anche sull’uomo, infatti si registrano importanti progressi pure nello studio del vaccino sviluppato presso il Jenner Institute dell’Università di Oxford (“produce una forte risposta immunitaria”) e che grazie a un accordo con l’azienda farmaceutica AstraZeneca potrebbe essere addirittura prodotto in 100 milioni di dosi entro già la fine del 2020 (si parla del mese di dicembre); uno studio, va ricordato, che parla tricolore dato che nella ricerca è coinvolta anche l’azienda italiana Irbm di Pomezia (Roma).