Coronavirus, scudo penale per Conte e governo? Un sub-emendamento "nascosto" nel decreto Cura Italia, poi ritirato, scatena le polemiche.
Uno scudo penale per i politici che hanno gestito l’emergenza coronavirus. E dunque per il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per il ministro della Salute e per il capo della Protezione civile. Questo intento, a vederla con gli occhi maliziosi di alcuni, nascondeva l’inserimento nel testo del decreto “Cura Italia” di un emendamento presentato da due senatori del Pd e prontamente ritirato una volta “scoperto”. Come riportato da La Stampa, qualcuno vocifera che la regia occulta della manovra fosse proprio del governo, desideroso di cautelarsi dal rischio di perseguibilità per i “danni a terzi” (le vittime, gli infettati, le perdite economiche) limitandola “ai soli casi di dolo o colpa grave”. Ma la volontà di escludere “i titolari di organi di indirizzo e di gestione” da eventuali responsabilità rischia di provocare un terremoto politico.
CORONAVIRUS, “SCUDO PENALE” PER CONTE E GOVERNO?
A scoprire l’inserimento in questione è stato Orwell.live, sito indipendente di area di centro-destra. Come riporta “La Stampa”, “oltre al merito della questione, si denunciava la modalità carsica, affidata ad un subemendamento e dunque con tratti opachi che sembravano rimandare ad una furbizia del governo”. Il presidente dei senatori del Pd, Andrea Marcucci, ha comunicato che i “subemendamenti pericolosi” a firma Paola Boldrini e Stefano Collina, della Commissione Sanità, erano stati ritirati. Ma oggi è Gennaro Migliore, deputato di Italia Viva, a ribadire: “In un momento del genere, con i medici in prima linea che rischiano su tutti i fronti, è impensabile immaginare uno scudo legale per le responsabilità dei politici, dal Presidente del Consiglio in giù. Siamo e saremo sempre contrari”.
