Il campionato di Serie A fermo per Coronavirus potrà ripartire solo a tre condizioni: questa è la posizione dell’Associazione Calciatori che è stata descritta da Damiano Tommasi, presidente dell’AIC. Innanzitutto, Tommasi ha ribadito che la ripresa dei campionati – e prima ancora degli allenamenti – è naturalmente subordinata alle esigenze della salute pubblica: “Deve esserci una prospettiva che oggi manca. Al momento le persone devono limitare gli spostamenti, perché dobbiamo far uscire di casa i calciatori? Per una stagione che non si sa se riprenderà? Non ha senso tornare in campo per ‘sperare’. Anzi, c’è il pericolo di altre positività che blocchino tutto”.
Tommasi solleva inoltre il problema dell’idoneità sportiva, che non deve essere data per scontata per tutti quei giocatori che hanno avuto il Coronavirus: “Pepe Reina ha confessato di essersi sentito mancare l’ossigeno per 25 minuti”, ha detto citando il portiere spagnolo come esempio da caso da valutare con grande attenzione.
CORONAVIRUS SERIE A, AIC: LE 3 CONDIZIONI PER RIPARTIRE
Tommasi dunque ha posto tre paletti per la ripresa dei campionati, non solo di Serie A. Il primo naturalmente è “che l’emergenza sia finita, e ce lo auguriamo tutti”. Una volta che ci sia questo fondamentale requisito, il secondo punto è che si torni a giocare per “portare a termine la stagione anche oltre il 30 giugno, perché mancano ancora tante partite”. In questo modo soltanto si eviterebbero problemi delicati in particolare per quanto riguarda promozioni e retrocessioni – con implicazioni anche sul format della prossima stagione, che comunque difficilmente si può immaginare con più di 20 squadre in Serie A. Terzo nodo è quello degli spostamenti: “Si deve poter viaggiare in sicurezza, perché non è solo questione di allenarsi ma di muovere 50 persone due volte a settimana, i ritmi saranno quelli, in quella che oggi è zona rossa. E parlo per esperienza personale”, termina la sua analisi Damiano Tommasi. Sarà possibile garantire tutto questo entro maggio?