Qui sotto lo svolgimento della Seconda Prova di Maturità 2019 al Liceo Classico: la versione di Latino con Tacito e l’analisi del testo di Greco con Plutarco. Correzione e soluzioni a cura di Giulia Regoliosi e Cecilia Tornaghi.
Traduzione Versione Latino di Tacito
Il diciottesimo giorno prima delle calende di febbraio a Galba che sacrificava davanti al tempio di Apollo l’aruspice Umbricio annuncia viscere infauste, insidie incombenti e un nemico interno, mentre Otone ascoltava – infatti si era messo molto vicino – e interpretava questo annuncio al contrario come favorevole e propizio per i suoi progetti. E non molto dopo il liberto Onomasto riferisce che Otone è atteso dall’architetto e dagli appaltatori, segnale convenuto del fatto che i soldati già si radunavano e la congiura era pronta.
Otone, avendo finto, rivolto a chi chiedeva perché si allontanasse, che stessero comprando a suo nome campi sospetti per vecchiaia e perciò da controllare prima, appoggiandosi al liberto si dirige, passando per la Domus Tiberiana, al Velabro, e da lì al miliarium aureumpresso il tempio di Saturno. Lì ventitré guardie del corpo, dopo che era stato proclamato imperatore, trepidante per lo scarso numero dei sostenitori e rapidamente posto sulla portantina, lo trascinano via a spade sguainate; quasi altrettanti soldati si uniscono per strada, alcuni per complicità, i più per meraviglia, in parte con grida e spade, in parte in silenzio, con l’idea di trarre coraggio dall’esito.
Quesiti
1. In Tacito, la strategia di ambizione di Otone si rivela soprattutto grazie al pre-testo e all’interpretazione del presagio come laetum eprosperum. Nel prosieguo del brano si rileva in Otone lo stesso timore, sul numero dei congiurati, che rileva anche Plutarco. In Plutarco si nota però anche un ulteriore spavento iniziale, dovuto alle parole dell’aruspice, esplicite fino a pronunciare il nome di Otone – “mentre la divinità quasi gli consegnava in mano Otone” -. Sempre nell’autore greco, possiamo conoscere le reazioni di Otone ed anche alcuni sui tratti psicosomatici grazie alla presenza di numerosi termini e proposizioni: – “sconvolto”, “cambiava colore per la paura”, “benché non fosse debole di animo così come era debole e molle fisicamente, e fosse invece audace e impassibile di fronte ai pericoli, si spaventò”. – Plutarco è ugualmente dettagliato nel descrivere la passività di Otone: “non permisero…circondando la lettiga con le spade ordinarono….lo portavano”. D’altro canto, Tacito non manca di mostrare, con due termini particolarmente espressivi , trepidum erapiunt, una certa riluttanza di Otone.
2. La brevitas tacitiana si evidenzia nella quantità di costrutti participiali, presenti in tutte le funzioni e i tempi che il latino contempla: congiunti, assoluti, attributivi, sostantivati, al presente, passato e futuro. Particolarmente significativo è inoltre il verbo praedico: esso assume due significati differenti a seconda dell’oggetto retto: per quanto riguarda tristia exta, infatti, dal momento che le “viscere infauste” non è un evento del futuro ma un oggetto concreto presente sotto gli occhi di tutti, praedicit dovrebbe essere reso come “mostra (viscere infauste)”; dove invece regga instantes insidias e domesticum hostem, il significato del verbo è chiaramente “predice insidie incombenti e un nemico interno”. Il traduttore dovrà così scegliere o l’opzione sopra delineata, oppure un verbo più generico, che perde però l’accezione della preveggenza: “mostra/annuncia”.
Da notare ancora, nella seconda parte del brano, i participi passivi -consalutatum e impositum – coordinati con un aggettivo – attivo, peraltro – trepidum. Infine, gli incipit dei testi mostrano chiaramente la differenza tra i due autori: Plutarco all’inizio della vicenda utilizza una serie di coordinate che descrivono i protagonisti sulla scena, mentre la presenza di Otone al sacrificio è rimandata alla seconda frase; Tacito condensa invece in un unico periodo tutti questi elementi.
3. [A questa ultima domanda risulta ben difficile dare una risposta univoca e completa, perché strettamente legata al percorso didattico del singolo studente e alle letture di ogni classe. Proponiamo perciò semplicemente un sintetico confronto tra i due generi letterari.] Allo storico interessa mostrare gli eventi storici e la loro dinamica; all’interno del racconto storico emergono poi certamente personalità e stili differenti, ma imprescindibile resta l’evoluzione degli eventi; il biografo, invece, come afferma nell’incipit alla sua Vita di Alessandro Plutarco, massimo esponente e teorico del genere biografico nel mondo greco, vuole innanzitutto mostrare l’ethos dei personaggi che hanno fatto la storia, ethos che emerge non necessariamente nella descrizione dettagliata di ogni evento storico – battaglie etc. – quanto più spesso e in misura maggiore in un aneddoto, un motto di spirito, in un atteggiamento tipico, in una reazione, come l’occhio in un ritratto rivela l’anima.
Giulia Regoliosi, Cecilia Tornaghi