Bonus Bollette 2025, tutti i dettagli da conoscere: chi può richiederlo, come funziona e cosa cambia con i nuovi moduli ISEE.
Torna al centro dell’attenzione uno degli strumenti più attesi dalle famiglie italiane in difficoltà: il Bonus Bollette 2025. Introdotto con il Decreto Legge n.19 dello stesso anno, il contributo è pensato per alleggerire il peso delle spese di luce e gas in un periodo in cui l’instabilità dei prezzi energetici resta ancora, purtroppo, un tema caldo.
Il Bonus Bollette è sintomatico di un Paese che deve ancora fronteggiare molte difficoltà e in cui le famiglie italiane cercano sostegno per pagare bollette talvolta decisamente esose.
Il contributo previsto è pari a 200 euro e verrà riconosciuto su base trimestrale. A poterne beneficiare saranno i nuclei familari con un ISEE non superiore ai 25.000 euro. Una soglia pensata proprio per accogliere un’ampia fascia della popolazione e distribuire così il più possibile l’aiuto. Non si tratta di una somma in grado di risolvere per sempre i problemi degli italiani con le bollette, ma è pur sempre una boccata d’ossigeno in un periodo di magra, per molti.
Cosa serve per accedere al Bonus
Il requisito di base per ottenere l’agevolazione è la presentazione della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica). Questo documento “fotografa” la situazione reddituale e patrimoniale di una famiglia e deve essere aggiornato e correttamente compilato. Senza DSU, infatti, non è possibile calcolare l’ISEE e quindi ricevere il bonus.

Chi ha già inviato la dichiarazione a inizio anno non dovrà fare nulla di nuovo. Il contributo verrà riconosciuto in automatico nel secondo trimestre del 2025. Per coloro che invece non hanno ancora calcolato l’ISEE è importante provvedere il prima possibile. I tempi di erogazione del Bonus possono variare tra i tre e i quattro mesi dalla presentazione della domanda, quindi inviare la domanda in fretta è fondamentale per evitare ritardi nella ricezione del denaro.
Novità per chi possiede titoli di Stato o buoni postali
Un punto importante riguarda chi detiene strumenti di risparmio come titoli di Sato o buoni fruttieri postali. La Legge di Bilancio dell’anno precedente ha previsto che queste voci possano essere escluse dal calcolo ISEE fino a un valore massimo di 50.000 euro.
Chi si trova vicino alla soglia dei 25.000 euro di reddito annuo e possiede questo tipo di attività finanziarie potrebbe voler attendere la disponibilità del nuovo modello per la DSU, in modo da evitare l’esclusione dal Bonus solo a causa di patrimoni teoricamente “liquidi”.
Chi è ben al di sotto di questa soglia, invece, può tranquillamente procedere con la versione attuale del modulo senza rischi. Per tutti gli altri è consigliabile prestare attenzione alle nuove direttive e farsi eventualmente assistere da un Caf per evitare errori o missioni nella compilazione del modulo.