Cosa significa micro Retirement per la nuova generazione Z? Il concetto del lavoro sta cambiando significativamente.
La generazione Z è stanca di dover spendere troppe ore sul lavoro, e allora si è “inventata” la micro Retirement, ma che cosa significa? Il termine deriva dalla traduzione “micro pensionamento”, e più che una soluzione per uscire anticipatamente dal lavoro, possiamo definirlo uno stile di vita contro “il sistema ordinario”.
Il quotidiano britannico The Guardian ad esempio, ha riportato la storia dell’ingegnere e anche creator Adama Lorna, che ha deciso di voler vivere di hobby e passioni in un’età dove le energie e le forze sono alte, ovvero tra i 20 e i 35 anni circa. Un pensionamento inverso oseremmo dire, ma da dove nasce questa ideologia?
Cosa significa micro Retirement per la generazione Z
Per spiegare attentamente cosa significa micro Retirement, la cui traduzione si identifica come “micro pensionamento”, dobbiamo partire da un concetto: non è una misura e né tanto meno un incentivo, bensì un punto di vista che negli anni si è radicata nella mente dei più giovani.
I giovani sul lavoro sono sempre meno, e la loro inattività potrebbe essere riconducibile alla voglia di contrastare il “sistema”, rifiutando il lavoro in ufficio, tradizionalmente quantificabile in otto ore giornaliere, e preferire una discontinuità di carriera per “godersi la vita”.
Per riuscirci è necessario godere di un supporto economico – spesso dato dai genitori – o puntare al risparmio massimo affinché ci si possa concedere un anno (o anche di più) sabbatico e dedicarsi a ciò che più si ama: dai viaggi agli hobby, dallo sport e al tempo libero.
Il fenomeno del job hopping
Nel nostro Bel Paese si sta evolvendo un meccanismo piuttosto simile, il fatidico “job hopping“. Un fenomeno che spinge i giovani a lasciare il lavoro per una propria insoddisfazione, preferendo attendere un impiego che possa dargli più tempo libero ma soprattutto gratificazione.
Come ha fatto notare l’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro, i numeri dei lavoratori che abbandonano il lavoro sono sempre più alti, con un tasso che di recente è salito ad almeno due dimissioni volontarie in due anni.
Si è radicato un gap generazionale importante, dove la Generazione Z – rispetto ai Millennial – è più attenta alla qualità del lavoro e al tempo libero, facendo a meno di guadagni più elevati purché possano dedicarsi alle loro passioni e a ciò che più amano.
