COS’È L’ATTACCO ISCHEMICO DI PLATINETTE? RIDOTTO AFFLUSSO DI SANGUE CHE…
Cos’è l’attacco ischemico di Mauro Coruzzi in arte Platinette e cosa sappiamo di quello che, denominato in inglese come ‘stroke’, si verifica con la morte di alcune cellule del cervello a causa di una scarsa perfusione del sangue? Questo pomeriggio, nel secondo dei due tradizionali appuntamenti del weekend con “Verissimo”, il 69enne conduttore radiofonico e personaggio televisivo tornerà da Silvia Toffanin per raccontarsi e parlare, a quasi due anni di distanza, del malore che l’aveva colpito nel marzo 2023 e da cui si sta ancora riprendendo. E, in attesa di ascoltare dalla sua voce come sta oggi e quali sono i suoi progetti per il futuro, facciamo invece chiarezza qui su cos’è l’attacco ischemico avuto da Mauro Coruzzi in arte Platinette, le sue cause e i principali sintomi.
Per parlare di cos’è l’attacco ischemico che ha colpito Mauro Coruzzi in arte Platinette e cosa ne sappiamo, dobbiamo fare innanzitutto un po’ di chiarezza: rifacendosi alla pagina che il Ministero della Salute dedica all’ictus sul proprio sito istituzionale, va ricordato innanzitutto che l’ictus si differenzia dall’attacco ischemico transitorio o TIA (Transient Ischemic Attack) che invece ha una minore durata dei sintomi (inferiore alle 24 ore, nella maggior parte dei casi il TIA dura pochi minuti). L’ictus, un termine di origine latina che indica appunto un “colpo”, può essere di natura ischemica oppure emorragica: nel primo caso avviene se un’arteria che irrora l’encefalo si ostruisce per via di una placca aterosclerotica o un coagulo di sangue (80% dei casi), mentre nel secondo l’arteria nell’encefalo si rompe, dando origine a un’emorragia intracerebrale non traumatica (20% degli ictus).
L’ICTUS ISCHEMICO, COME RICONOSCERLO? E TRA I FATTORI DI RISCHIO C’È…
Scoprendo cos’è l’attacco ischemico di Mauro Coruzzi in arte Platinette, dunque possiamo sintetizzare dicendo che è causato da un ridotto flusso del sangue e dell’ossigeno al cervello: il restringimento dei vasi di cui sopra (nell’80% delle occorrenze) può essere dovuto a un trombo che viaggia nel flusso dello stesso sangue (si parla di embolo) oppure a una stenosi, ossia un restringimento del vaso stesso. Insomma, l’ictus cerebrale, spesso causa di conseguenze irreversibili e anche la morte, si genera quando c’è una prolungata assenza di sangue nel cervello per effetto di una mancata irrorazione. Inoltre, stando al sito della Fondazione Veronesi, i principali sintomi per individuare un attacco ischemico sono cinque: i ‘campanelli d’allarme’ sono soprattutto la debolezza o l’insensibilità di una metà del volto oppure degli arti di metà del corpo, anche con sensazione di formicolio.
Ma sono anche altri i sintomi da individuare, parlando di cos’è l’attacco ischemico, malattia di Mauro Coruzzi in arte Platinette: infatti, sempre stando al sito, va notata la difficoltà a esprimersi verbalmente e a comprendere qualcuno che parla, oltre all’oscuramento della visione a un occhio e sensazioni di vertigini unite a volte a un forte mal di testa. Tra le cause dell’ictus, invece annoveriamo alcuni fattori di predisposizione come le malattie cardiovascolari, l’ipertensione, livelli alti di colesterolo, la stenosi carotidea e il diabete, oltre ovviamente al progredire dell’età. A influire su questi fattori di rischio ci sono poi l’abuso di alcol, il fumo, l’obesità come anche l’inquinamento ambientale e lo stress. Ad ogni modo, a causare l’ictus ischemico possono anche essere anche delle patologie non aterosclerotiche come le malattie mitocondriali, la displasia fibro-muscolare e malattie di origine autoimmune.