Cos'è successo a Chernobyl: durante un test al reattore numero 4, questo perse di potenza in maniera eccessiva, provocando il disastro

Cos’è successo a Chernobyl? Il disastro avvenne nel 1986 ma ancora oggi le ripercussioni della tragedia sono visibili sulla popolazione e sulla vegetazione della zona circostante all’esplosione nucleare. L’incidente, uno dei più grandi della storia recente e sicuramente il più grande mai avvenuto se consideriamo i disastri nucleari (insieme a quello di Fukushima in Giappone), si è verificato all’1:23 del 26 aprile 1986 in seguito all’esplosione del reattore 4: una vera e propria strage che portò alla morte di tante persone e alla distruzione di un intero territorio, che ancora oggi ne paga le conseguenze. Il disastro di Chernobyl è l’evento disastroso più costoso della storia con uno spreco di oltre 700 miliardi di dollari. Inoltre mezzo milione di persone hanno dovuto lavorare per far fronte all’enorme disastro avvenuto.



Il disastro passò alla storia con il nome di Chernobyl, una città che apparteneva a quella che era l’allora Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, nei pressi del confine con la Bielorussia. In realtà l’impianto non era proprio a Chernobyl, distante 18 chilometri, ma a Pryp”jat’, distante invece tre chilometri. Proprio Pryp”jat’ dopo la tragedia è diventata una città fantasma mentre Chernobyl si è spopolata. I morti accertati per la tragedia sono 65 ma in realtà sarebbero molti, molti più, circa 4.000. Numerose e ingenti furono infatti le conseguenze sulla salute umana, con malattie e malformazioni continue.



Cos’è successo a Chernobyl: da cosa è nato il disastro

Cosa ha portato all’esplosione del reattore numero 4 della centrale di Chernobyl, all’epoca nella Repubblica Socialista Sovietica Ucraina ma a pochi bassi dalla Bielorussia? Fu un test a far esplodere il disastro: in programma, venne rinviato di dieci ore. Si trattava di un test al reattore numero 4 della centrale. Questo aveva come obiettivo quello di omologare definitivamente l’impianto. Il test sarebbe dovuto servire a verificare la possibilità di alimentare le pompe del sistema di raffreddamento anche in caso di black-out elettrico. La perdita di potenza del reattore andò però molto oltre gli standard di sicurezza, causando il disastro.

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