INDOVINA CHI VIENE A CENA: SABRINA GIANNINI E LA SUA INCHIESTA SUL COVID
Sull’origine Covid non ci sono ancora certezze, nonostante siano passati ormai cinque anni dall’inizio della pandemia, ma non si sa neppure se siano stati eliminati i fattori che hanno scatenato il contagio dal nuovo coronavirus, il Sars-CoV-2.
Su questi aspetti si sofferma “Indovina chi viene a cena“, nella puntata in onda oggi, sabato 15 marzo 2025, in prima serata su Rai 3. Il programma è riuscito a entrare dove l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) “non ha potuto (o voluto) entrare, in Cina“, proprio per verificare cosa è cambiato cinque anni dopo.
A occuparsi dell’inchiesta giornalistica per “Indovina chi viene a cena” è stata Sabrina Giannini, che si è mossa tra i mercati umidi cinesi, anticipando che la sua indagine ha avuto un risultato “sconvolgente“. Dalle anticipazioni fornite via social si apprende che si è occupata anche del pangolino, ritenuto uno dei “sospettati” per il presunto salto di specie del virus. Si tratta di una specie animale minacciata di estinzione, le cui scaglie vengono usate nella medicina tradizionale cinese, mentre in Africa si consuma la sua carne, col risultato che ne vengono uccisi 200mila ogni anno.
ORIGINE COVID, LO SCONTRO TRA OCCIDENTE E CINA
Sabrina Giannini, “Indovina chi viene a cena“, ha cercato le cause della pandemia, dell’influenza aviaria e di altre malattie contagiose in tre continenti, raccogliendo immagini “incredibili“. Negli ultimi giorni era già tornato d’attualità il tema dell’origine Covid per alcune rivelazioni dei media tedeschi, secondo cui i servizi segreti in Germania ritenevano che ci fosse una probabilità dell’80-90% che il coronavirus fosse accidentalmente fuoriuscito da un laboratorio cinese. Si tratta di una valutazione realizzata dall’agenzia BND nel 2020 che non è stata mai pubblicata.
Pur non avendo prove definitive, ha valutato come “probabile” la teoria dell’incidente all’Istituto di virologia di Wuhan, dove si stavano conducendo esperimenti in cui i virus vengono modificati per diventare più trasmissibili all’uomo a scopo di ricerca. Il BND aveva trovato indizi di diverse violazioni delle norme di sicurezza nel laboratorio.
La Cina non ha fatto attendere la sua replica, ribadendo che è “estremamente improbabile” che la pandemia Covid sia stata causata da un incidente in un laboratorio di Wuhan, quindi respingendo le affermazioni del rapporto dell’intelligence tedesca. La portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning in una conferenza stampa a Pechino ha citato la missione congiunta Oms-Cina, giunta a una “autorevole conclusione” che è “basata su dati scientifici“. Non sono mancati passaggi piccati: “Riteniamo che la ricerca delle origini del COVID-19 sia una questione di scienza e che il giudizio debba essere espresso da scienziati e che si debba mantenere lo spirito scientifico“, ha proseguito Mao, concludendo che la Cina si oppone a “tutte le forme di manipolazione politica“.