Si parla della crisi del Mar Rosso stamane negli studi di Uno Mattina, ed in particolare delle conseguenze sull’economia mondiale, Italia compresa. Luigi Scordamaglia, ad di Filiera Italia, ha commentato: “Abbiamo già problemi con i nostri prodotti, venivamo già da due anni di crisi a causa della guerra in Russia. Il 15 per cento del nostro olio d’oliva e il 14 per cento della nostra pasta passano dal Mar Rosso, i porti mediterranei vengono tagliati fuori, avvantaggiando così altri porti come quello di Rotterdam. E poi da ultimo pensiamo che dal Qatar sono arrivate 16 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto quindi potrebbe causare un aumento dei costi energetici, nonostante l’inflazione si stesse abbassando. Non smantelliamo la nostra produzione e non dipendiamo da altri”.
Germano Dottori di Limes aggiunge sulla crisi del Mar Rosso: “Gli Houthi hanno colto l’opportunità della guerra di Gaza per elevare il proprio status internazionale, prendendo di mira le navi di Israele e creando ostacoli alla navigazione mercantile per riprodurre in scala minore il boicottaggio del 1973″. Il costo dei containr sta aumentando a dismisura negli ultimi giorni: “Il costo dell’ortofrutta incide fino al 30% sul costo finale, rotte più lunghe e costi maggiori e il nostro export soffre”, ha aggiunto Scordamaglia, mentre Dottori spiega: “E’ un problema per l’Europa ma è una tragedia per l’Egitto che perde una risorsa critica per la propria economia e la nostra popolazione. Potranno invece beneficiarne i porti delle coste atlantiche”. Scordamaglia aggiunge: “L’Europa dovrebbe agire in maniera più compatta invece c’è chi ne approfitta come l’Olanda”.
CRISI MAR ROSSO, I PROBLEMI ALLE LINEE DI COMUNICAZIONE
Danni anche alle linee di comunicazione: “Le economie se non vengono alimentate, rallentano e quei cavi sono per il 97% sottomarini, rischiando di interrompere una connessione stretta fra Cina, India e Europa. Queste sono infrastrutture vitali, senza questi dati non gestiamo le filiere produttive, sono strategiche nazionali ed europee”.
Dottori ha parlato dei droni sottomarini: “Sappiamo che gli Houthi li posseggono ma non sappiamo se sanno usarli. E’ possibile che altri Paesi stiano intervenendo per creare questi problemi, si sta puntando su una nave iraniana in grado di fare queste cose. La guerra sui fondali è una delle nuove dimensioni del conflitto e la nostra marina dedica molta attenzione”. E ancora: “Anche se ci sono rallentamenti i collegamenti internet non vengono interrotti, ma in ogni caso bisogna intervenire in caso di tensioni internazionali”.