Al centro della nuova puntata di Sopravvissute, il programma in onda nella seconda serata odierna, dalle ore 23.55 su Rai3, scopriremo oggi la storia di Cristina. Ad intervistarla, cercando di cogliere ogni piccola sfumatura della sua storia di violenza ma anche di rinascita sarà come sempre la padrona di casa Matilde D’Errico la quale subito dopo la puntata di Amore Criminale ci condurrà nel nuovo e quarto appuntamento. Cristina si lascia alle spalle un matrimonio finito dal quale è nato un figlio. Quando la sua storia arriva al capolinea, si ritrova single e con un bambino di sei anni. Nel 2007 però, Cristina incontra un’altra persona, l’uomo con il quale convolerà a nozze per la seconda volta. Anche quel matrimonio però, non sarà quello che la donna si aspettava. Poco dopo le nozze Cristina resta incinta di quella che sarà poi la sua seconda bambina ma sin da subito sarà chiamata a fare i conti con una relazione violenta. Non solo violenze fisiche ma anche umiliazioni, insulti e privazioni che si ripetono ad intervalli regolari. Da quell’uomo la nuova protagonista di Sopravvissute era stata colpita da molte cose che credeva di avere in comune. Non solo l’attrazione fisica ma anche i viaggi ed il buon cibo. Quell’idillio però è destinato ben presto ad interrompersi.
CRISTINA, SOPRAVVISSUTE: LE VIOLENZE DA PARTE DEL MARITO
Nel secondo matrimonio di Cristina ci fu un campanello d’allarme che le fece comprendere quanto quella storia fosse malata. “Il suo voler controllare tutto”, ha rivelato nell’intervista di Matilde D’Errico. “Una sorta di essere padre padrone”, ha aggiunto, “Quello che dico io si deve fare”. Trascorrono gli anni ma le violenze e le minacce non cessano. Cristina rammenta uno dei tanti episodi di violenza: “Quando saliamo e rientriamo in casa lui mi afferra e in quel momento lì e in quel momento lì doveva dirmi che non era andata bene, non ero una buona madre, né che l’avessi lasciato a casa per andare con mio figlio, la ragione non c’era”. In quel momento l’uomo fa qualcosa di molto pesante, afferrandola per il collo e sbattendola a terra. “Infatti io l’ho capito con il tempo, facendo psicoterapia, che l’afferrare il collo è proprio l’anticamera di quello che potrebbe essere, il passaggio dopo che è: io ti uccido”, commenta Cristina che dopo tre anni di sofferenze trova il coraggio e la forza di scappare da quello che è diventato un vero e proprio inferno. A quel punto decide di rivolgersi ad un centro antiviolenza che si attiva immediatamente, portandola insieme alla figlia in una struttura protetta in provincia di Novara dove resteranno per circa 3 mesi. Solo nel 2013 Cristina si separa dall’uomo che nel 2019 viene arrestato ad 1 anno e 4 mesi per i maltrattamenti in famiglia.