Sapete come si frega la gente? Sapete come ci si garantisce l’effetto rana bollita? Annullando il principio di prospettiva. Appiattendo tutto. In questo caso, riconducendo ogni male del mondo ai dazi.
Oggi sarò forse più breve del solito. Perché quanto sta accadendo ve l’ho anticipato nei dettagli per mesi. Dicendovi chiaramente dove stava il marcio delle sovra-valutazioni che gonfiavano il rally di tutti i rallies. Il famoso redde rationem.
Quanto sarcasmo. Quante battute sul fatto che, a furia di chiamare l’Armageddon, per la legge della statistica e dei grandi numeri, prima o poi sarebbe arrivato. L’orologio rotto che due volte al giorno segna l’ora esatta. E manco laureato! Andate a rileggervi qualche mio articolo sull’AI e sulle valutazioni fasulle che ne reggevano il ruolo di architrave di Wall Street dello scorso autunno. E l’esempio non è fatto o preso a caso, poi capirete perché.
La prospettiva, dicevamo. Guardate questo grafico, ci mostra la capitalizzazione del Nasdaq alla chiusura delle contrattazioni di venerdì scorso, dopo il primo, rumoroso tonfo di Wall Street.
Guardate il cerchietto. Quella è la prospettiva che vi vogliono togliere. Appiattire. E allora mi chiedo, poiché questo è l’unico tema che conta: davvero la colpa di quella che, nei fatti, è solo una salutare e minima (ancorché volutamente rumorosa) correzione di una bolla senza precedenti dell’indice tech (peggio di quella di inizio Millennio), è riconducibile a Donald Trump che con la sua provocazione sui dazi ha simbolicamente attivato il detonatore? O forse di chi per trimestri ha imbottito quel palazzo chiamato mercato di panetti di esplosivo, salvo ora maledire la Casa Bianca, perché è esploso?
Davvero molto semplice. E chi in queste ore vi propone riflessioni particolarmente articolate sta solo attivando il ventilatore dell’ideologia per alzare la cortina fumogena. Sta tutto qui. Sta nel fatto che per trimestri vi hanno detto che le Gpu dell’intelligenza artificiale avevano un mercato infinito e una domanda che sarebbe stata – di default – sempre e comunque doppia o tripla dell’offerta. E su quelle basi mendaci, costruivano bilanci. Che generavano a loro volta capitalizzazioni e rallies record. Gli stessi che adesso stanno sgonfiandosi come un soufflé.
Ma come mostra il grafico, è ancora poca cosa. Praticamente nulla rispetto al criminale disastro di leverage e indebitamento che il denaro a pioggia e a costo zero delle Banche centrali ha reso possibile. Ma ancora oggi, certi soloni dello stampare come via maestra alla felicità hanno il coraggio di parlare.
Vi faccio un esempio. La scorsa notte, il titolo di Nvidia è sceso sotto gli 86 dollari per la prima volta dall’aprile 2024. A oggi, l’azione dell’azienda-simbolo della rivoluzione AI che ha generato il rally attualmente in disarmo ha perso il 44% dai massimi. Solo il mese scorso – mese e non anno – la medesima Nvidia fu la prima azienda a capitalizzare 4 trilioni di dollari. Oggi sul mercato non esiste alcun soggetto con market cap che superi i 3 trilioni. Un mese.
Avete letto titoli sui giornali? Messe in discussione di quella clamorosa truffa sui numeri delle Gpu? Avevo ragione oppure no a definire lo strano caso DeepSeek, ovvero l’estemporaneo disvelamento del segreto di Pulcinella dei prezzi gonfiati e prestazioni pari o inferiori dei tech Usa, nulla più di uno stress test in vista del redde rationem? Basta andare nell’archivio di questo sito. O digitare quelle parole chiave.
Riguardate quel grafico. Ovviamente, domani il baffetto che guarda verso il basso sarà sceso ancora un po’. Ma sarà ancora prospetticamente il nulla rispetto a quanto hanno gonfiato la bolla sul nulla. Anzi, barando. Pensate che questa volta impareranno la lezione? Guardate questo secondo grafico.
E cosa ci dice? Ci telegrafa che l’ultima volta che i mercati hanno conosciuto un calo del 9,5% in due giorni, la Fed lanciò un bailout ad ampio spettro dell’economia che garantì pronta cassa 500 miliardi in Qe, oltre 1 trilione in operazioni repo con cadenza quotidiana e svariati miliardi assortiti in acquisti di Etf che replicavano indici di junk bond ormai sull’orlo del default di massa. Erano l’11 e il 12 marzo 2020. All’epoca il detonatore fu il Covid. Oggi i maledetti dazi del maledetto Trump. Lo stesso Presidente che, mentre Wall Street crollava, venerdì scorso invitava la Fed a cogliere la palla al balzo per tagliare i tassi e smettere di fare politica.
Non vi suona nessun campanello in testa? Nessun puntino da unire? Nessuna strategia che, alla fine, farà contenta proprio Wall Street?
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.