Esce oggi nelle librerie la tanto attesa nuova traduzione della Bibbia italiana promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana. Un lungo e meticoloso lavoro di studio sui testi originali, un attento e rigoroso esame delle fonti, una ricercata e attuale traduzione in lingua corrente sono stati i principi che hanno ispirato l’impegno dei biblisti che fin dal 1988 si sono cimentati sul libro più diffuso al mondo. «Ci si è preoccupati di ricercare modalità espressive – scrive mons. Betori nella Presentazione – di immediata comprensione e comunicative in rapporto al contesto culturale odierno, evitando per quanto possibile forme arcaiche del lessico e della sintassi». Tutto questo ha, inoltre, permesso una nuova versione curata nel ritmo della frase, così che possa essere adattata alle esigenze della proclamazione liturgica e ad essere musicata per il canto.
Certo una lingua più vicina agli orecchi dei fedeli, più comprensibile ai cuori dei cristiani, ma forse un po’ lontana dall’ormai abituale testo che sentiamo proclamato da anni durante la Messa. E per fare un esempio, la nuova e più attenta traduzione del Pater, dove, invece del conteso e contestato «non ci indurre in tentazione» troviamo il più adeguato e corretto «non abbandonarci alla tentazione» (Lc 11,4). E ancora nel Vangelo secondo Giovanni (20,16), il Risorto rivolgendosi a Maria di Magdala non le dirà più un freddo «non mi toccare!», ma un più amorevole «non mi trattenere!». Una lingua, quindi, capace di trasmettere ancora quelle emozioni, quei sentimenti, quella vitalità propria dei testi che superano i tempi e le lingue perché Parola di Dio.
«Questo libro viene incontro ai suoi lettori – ricorda ancora Mons. Betori – non solo nelle pagine che materialmente lo compongono, ma anche nella storia viva del popolo di Dio che nella sua dottrina, nella vita liturgica e nella testimonianza di santità ha costruito e continua a costruire la manifestazione storica della sua verità e quindi l’orizzonte in cui leggerlo e proclamarlo, offrendone un’interpretazione sicura». E augurando che il Libro venga diffuso il più possibile, l’ex Segretario della CEI, ora Arcivescovo di Firenze ci consegna un testo «più sicuro, più coerente, più comunicativo, più adatto alla proclamazione».
(Michele Pirotta)