ELUANA/ Medicina e Persona: il primo caso di omicidio legale in Italia
Il comunicato stampa dell’Associazione Medicina e Persona dopo l’ultima e definitiva decisione giudiziaria della Corte di Cassazione a sezioni unite sul caso Englaro: quello di Eluana è un omicidio perpetrato per via legale
Non può essere che questo il titolo di un comunicato stampa che dica la verità sulla intera vicenda di Eluana. Non esistendo in Italia una legge sull’eutanasia, , ottenuto cioè con l’autorizzazione dei giudici. Da oggi nel nostro paese si potrà uccidere – quando si vorrà – malati stabili, cronici, inguaribili: pazienti in stato vegetativo, pazienti in condizioni terminali, anziani non più utili alla società, insomma chiunque abbia “presumibilmente” chiesto di poter morire e in condizioni di non poter più cambiare idea o di chiedere aiuto, mediante la sospensione di acqua e cibo, magari dopo aver consultato un giudice. E’ questa la società che volevamo, quella in cui vogliamo vivere?
I giudici hanno
Delegittimato la Costituzione Italiana
Agito contro il Codice Civile e contro il Codice Penale
Loro non saranno imputabili: immuni grazie all’autorità che gli è riconosciuta. Loro non saranno imputabili: chi uccide in un altro modo sì. Ci si deve domandare: “Come mai oggi il colpevole, colui che uccide, non è imputabile?”
La risposta è tutta nell’atteggiamento di bieco pietismo – tipico del nostro tempo – dietro il quale si nasconde una logica per nulla nuova nella storia. Questa logica è la stessa adottata durante la seconda guerra mondiale: oggi, per questa stessa logica ideologica, in nulla differente da quella di allora, si eliminano i più deboli e gli indifesi.
Ha vinto una interpretazione del diritto della persona inteso come “autodeterminazione”, che rappresenta una forzatura rispetto a quanto affermato nel Codice di Deontologia medica e nella stessa Costituzione.
Hanno avuto la meglio la cattiva coscienza e la possibilità di arbitrio su chi è degno di vivere e chi no. Da questa logica è stata sfidata la saggezza della sovranità popolare che ha dato origine alla nostra Costituzione, e la cultura che essa ha generato.
Questa logica alla fine ha prevalso.
Quanto è accaduto è tanto più preoccupante perché ormai nessuna legge potrà più essere rispettata: ormai certi giudici aggirano le leggi – anche quelle esistenti – e creano una nuova era, quella dell’etica del più forte sul più debole, con l’ausilio del diritto. Ma non eravamo partiti da una giustizia uguale per tutti?
Non dovrebbe essere, questo, ancora oggi, lo scopo della giustizia?
Che vergogna.
13 novembre 2008
Medicina e Persona
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