SCIOPERO FIAT/ Sciopero generale Fiat il prossimo 3 febbraio 2010 contro la chiusura di Termini Imerese

- La Redazione

A proclamare lo sciopero Fiat di quattro ore sono state le sigle sindacali dei metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Fismic

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Sciopero di quattro ore in Fiat. Tutti i lavoratori Fiat effettueranno uno sciopero di 4 ore in tutta Italia il prossimo 3 febbraio. A proclamare lo sciopero Fiat di quattro ore sono state le sigle sindacali dei metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Fismic. Uno sciopero che è stato annunciato contro la decisione del gruppo torinese relativa alla chiusura dello stabilimento siciliano di Termini Imerese. Ad aderire allo sciopero anche l’Ugl metalmeccanici. Il prossimo 29 gennaio la questione relativa alla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, per la quale è stato indetto il presente sciopero, verrà affrontata in un tavolo di confronto al ministero dello Sviluppo Economico su convocazione del ministro Claudio Scajola. Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom Cgil ha dichiarato: «Credo vada sottolineato che lo sciopero che i sindacati dei metalmeccanici hanno proclamato unitariamente non riguarda solo gli stabilimenti auto, ma l’intero Gruppo Fiat, compresi anche veicoli industriali, macchine agricole e movimento terra, componentistica. Lo sciopero è stato quindi fissato per il 3 febbraio, perché un’iniziativa di lotta di queste dimensioni va preparata con assemblee in tutti gli stabilimenti del Gruppo. L’iniziativa di lotta non riguarda solo la questione di Termini Imerese, ma anche quelle di Pomigliano e, più in generale, la situazione del Gruppo, a partire dalle pessime relazioni che l’azienda ha stabilito con i sindacati».

Ma il discordo di Rinaldini sullo sciopero proclamato per il prossimo 3 febbraio non si è fermato qui. Il segretario di Fiom ha aggiunto: «per noi, lo stabilimento di Termini Imerese deve continuare a produrre autovetture. È la Fiat che deve farlo, in caso contrario, siano la Fiat e il governo a formulare una proposta alternativa. Ma sia chiaro che questa proposta non può riguardare l’apertura di qualche centro commerciale. Sempre di produzione deve trattarsi e, in particolare, di produzione di auto». In poche parole l’azienda di Torino, dopo la sua decisione, si troverà a dover lavorare faticosamente per mettere a posto le cose con i propri dipendenti distaccati in tutta Italia.





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