Incidenti alla manifestazione (non autorizzata) dei terremoti de L’Aquila oggi a Roma. In 5mila nel corteo hanno tentato di forzare il blocco e entrare in parlamento. Le forze dell’ordine sono intervenute, ci sono stati tafferugli e anche il sindaco di L’Aquila è rimasto contuso. I manifestanti chiedevano il congelamento delle tasse. Da Piazza Venezia il corteo non autorizzato voleva arrivare davanti al parlamento. Polizia e carabinieri hanno bloccato l’accesso da via del Corso e via del Plebiscito dove abita il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Lancio di bottigliette da parte dei manifestanti, qualche spintone, un paio di givoani feriti e ricoverati e manganellate anche al sindaco de L’Aquila Massimo Cialente e al deputato Giovanni Lolli.
La piazza davanti al parlamento era già occupata da un’altra manifestazione, questa volta autorizzata. Ci sono state trattative e infine le forze dell’ordine hanno permesso ai terremotati di sfilare. In Piazza Colonna però altri scontri per un altro blocco della polizia. Fischiato Bersani dai manifestanti quando si è presentato in piazza. Le parole del sindaco de L’Aquila: “Dal primo luglio abbiamo ripreso a pagare le tasse. Ma lo spettro più grande è un altro: dal primo gennaio ripagheremo 14 mensilità di tasse con il recupero di quelle non pagate, il che vuol dire che per ogni 1000 euro ci sono 200 euro di tasse aggiuntive. Le casse sono vuote, e dico della cassa per pagare l’emergenza come vice commissario. Per i 32 mila sfollati che ancora alloggiano negli alberghi, c’è una spesa fra i 15 e i 20 milioni al mese, che naturalmente non posso pagare. Questi sono i problemi che ho rappresentato al presidente del Senato Renato Schifani. Senza trascurare che la manovra finanziaria all’esame della Commissione Bilancio ha trascurato del tutto l’emergenza Abruzzo”.
Sono circa 5 mila le persone arrivate oltre dal comune dell’Aquila, anche dai paesi limitrofi come San Demetrio, Fossa, Torre dei Passeri, in provincia di Pescara, e Sulmona, che pur non essendo stata inserita nell’area dell’epicentro del sisma del 6 aprile 2009 ha subito danni. In corteo anche i sindaci e diversi striscioni per spiegare che L’Aquila «è un malato grave» e che «non si vive di solo C.A.S.E".