BLOG/ Dario Fo per Beppe Grillo: il nostro dovere è esserci (video)
Il Passapaola del blog di Beppe Grillo, la rubrica alla quale Marco Travaglio ha dato il suo addio per i troppi impegni, ha visto oggi la partecipazione di Dario Fo.

Il Passapaola del blog di Beppe Grillo, la rubrica alla quale Marco Travaglio ha dato il suo addio per i troppi impegni, ha visto oggi la partecipazione di Dario Fo. Il comico si è lanciato contro il governo, spiegando che la crisi in atto si sta sviluppando secondo forme tragiche. A partire, ad esempio, dal crollo della palazzina di Barletta, dove 4 operaie hanno perso la vita. Una quinta vittima, forse Fo l’ha rimarcato a sottolineare l’elemento tragico, era figlia dei padroni dell’azienda in cui lavorano la donne per una paga misera. A questo si aggiunge, secondo Fo la situazione del governo, in procinto di cadere da un momento all’altro. Il che gli fa venire in mente un film Buster Keaton di tanti anni fa, uno dei pochi col sonoro. Tutto si svolge in una stanza, piena di clown. Rappresentano il governo. Litigano su tutto, il caos regna sovrano. Al centro della stanza c’è una statua, che rappresenta il presidente della Repubblica, il potere. La statua, ad un certo punto, si muove, sta per cadere. Se crolla la statua crolla tutto. I clown si impilano l’uno sull’altro per tenerla in piedi. La testa di scolla, la riavvitano. Capiscono che il loro movimenti, il loro litigare determina i movimenti della statua. Quando è tornata in equilibrio, tornano alle loro faccende. In silenzio. Ben presto si dimenticano del pericolo che incombe su di loro. La statua riprende ad oscillare. Uno starnuta, un altro tossisce. Vengono zittiti. Riprovano a tenerla in piedi. Ma, di volta in volta, il chiasso ritorna ad esser tale che, alla fine, la statua crolla, e con essa tutto il palazzo. I sopravissuti piangono. Intorno a loro, scoprono che c’è una folla che ride, dicendo che era l’ora. «Anche noi – dice Dario Fo – aspettiamo quell’“era ora”, ma credo che non basti aspettare così alla finestra». Secondo il premio Nobel per la letteratura, ciascuno, perché, in buona sostanza, questa classe dirigente, sia rispedita a casa, deve semplicemente continuare a fare il proprio mestiere. E, soprattutto, informare, «essere presenti, partecipare, non aspettare che gli altri risolvano i problemi e che ci diano il via e soprattutto evitare i silenzi, i rimandi di certi politici e mettersi in testa che solo una presenza intensa ha la possibilità di risolvere in problema, essere presenti fino all’impossibile, questo è il nostro dovere!».
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