Oggi la Chiesa cattolica celebra San Prosdocimo di Padova. Vissuto attorno all’anno 100, fu il primo vescovo della città veneziana e, secondo la tradizione, discepolo di San Pietro. Le testimonianze relative alla sua vita sono scarne e tardive, affidate a testi agiografici o a reperti archeologici artistici, come dipinti. La sua immagine più nota è apprezzabile è stata dipinta da Andrea Mantegna, anch’egli padovano. La raffigurazione realizzata dal pittore del XIII secolo è contenuta in un polittico dedicato a Santa Giustina, e che attualmente si trova nella Pinacoteca di Brera, a Milano. La scarsità di informazioni precise e dettagliata, non assimilabili al frutto della fantasia agiografica popolare, si deve al fatto che, benché la memoria collettiva dei fedeli non permise mai la sua rimozione dalla storia, Padova, in epoca longobarda venne rasa al suolo e impiegò parecchi anni prima di riprendersi completamente. Sarebbe stato,in ogni caso, proprio il successore di Cristo a consacrare Prosdocimo vescovo.
Il suo nome, che tradisce le origini greche, significa l’atteso. Secondo la tradizione, sarebbe stato il secondo evangelizzatore della diocesi di Belluno, dopo l’azione pastorale di San Ermagora protomartire, discepolo di San Marco nonché primo vescovo di Aquileia. La sua missione si sarebbe estesa anche a Feltre, di cui sarebbe stato il primo evangelizzatore e nell’alto vicentino, dove vi sarebbero tracce del suo passaggio. Prosdocimo contribuì alla conversione dei pagani. Le genti della Val Leogra abbandonarono, grazie al santo, l’antica religione, mentre a Pievebelvicino, nel vicentino, fece erigere la prima parrocchia, sostituendola al preesistente tempio dedicato a Diana, dea della caccia. Convertì e battezzò Giustina da Padova, uccisa nelle persecuzioni di Massimiano e Diocleziano, e santa patrona della sua cittadina. In ragione della sua intensa attività evangelizzatrice, viene raffigurato con il pastorale e una brocca, simbolo del sacramento battesimale. Prosdocimo non morì a causa della persecuzioni, ma in tarda età, circondato dall’affetto e dalla venerazione dei fedeli della sua diocesi.
Le sue spoglie si trovano nel sacello che gli è stato dedicato e che rappresenta una della costruzione padovane più antiche. Assieme a lui, sono patroni della città, Sant’Antonio, Santa Giustina e San Daniele