Si è resa conto di averla fatta veramente grossa la ragazza di 16 anni che sabato scorso aveva denunciato di aver subito uno stupro da arte due rom. Perché si era rivelato tutto falso, inventato di sana pianta. Mentre gli effetti prodotti dalle sue parole si sono rivelati sin troppo reali. La vicenda si è svolta a Torino, dove 500 persone infuriate, prendendo sul serio il racconto della giovane, hanno preso d’assalto il campo rom della città, dandogli fuoco. Le forze dell’ordine, che hanno arrestato una persona di 52 anni e una di 20, indagano negli ambienti delle tifoserie, dato che poco prima dell’assalto era circolato un volantino dei fan della Juventus. Una «guerra tra poveri», l’ha definita, interpellato da ilSussidiario.net Alessandro Meluzzi (leggi l’intervista): «Si reagisce con l’aggressione quindi determinando la classica guerra fra poveri, gli emarginati delle case popolari delle Vallette che la domenica fanno gli ultras, le tifoserie armate dello stadio, si trasformano nei giustizieri della notte di una ragazza del loro clan che è stata aggredita. Siamo nel contesto di classica tribalizzazione, uno scontro tribale fra poveri».
Una guerra, quindi, che la 16 non avrebbe mai voluto innescare. Voleva semplicemente trovare un modo di giustificare, agli occhi dei propri genitori, il suo primo rapporto con il suo ragazzo. Le visite mensili dal ginecologo l’avrebbero fatta scoprire, e lei temeva che i suoi genitori non gliel’avrebbero mai perdonata. Ora si chiede solo come uscirne, e ha scritto una lettera che esordisce con «Chiedo scusa a tutti». E, soprattutto, chiede scusa ai tanti bambini del campo rom trasformato in un inferno. «La colpa è solo mia e chiedo scusa anche al ragazzo che sabato pomeriggio era con me e che ho coinvolto. Vorrei soltanto poter dimenticare». Se le parole della giovane hanno scatenato le violenze, in ogni caso, sta di fatto che a metterle concretamente in atto sono state bene 500 persone perfettamente consapevoli di quello che stavano facendo. Il ministro dell’Interno Cancellieri, intervenendo sulla vicenda, ha condannato l’episodio dicendo: «Non si fa giustizia da soli. E, nel caso dell’assalto al campo rom di Torino, è un’ingiustizia fatta da soli».
Poi, ha aggiunto: «Nulla, neppure la rabbia, l’emarginazione, i pregiudizi, possono giustificare episodi come quello che è successo sabato sera alle Vallette». La Cancellieri ha anche ricordato che Torino, da sempre, è una città che ha saputo fare dell’accoglienza e dell’integrazione una sua peculiarità.