Tra le candidature del centrodestra per le amministrative partenopee, una fa particolarmente discutere: quella di Nunzia Stolder, 30 anni, candidata alla Municipalità di San Lorenzo Vicaria con lo schieramento che sostiene Gianni Letteieri. Si tratta della figlia di Raffaele Stolder, boss camorrista legato al clan dei Giuliano.
Fu arrestato nel 2009, colto in flagranza di reato mentre assaltava con una pistola un’auto guidata da due ucraini. Un cognome pensantissimo da portare. Ma lei non ci sta a veder associato il suo impegno politico ai traffici del padre. «Io ho seguito una strada completamente diversa da quella della mia famiglia e chiedo di essere giudicata per quello che sono, non per il cognome che porto», dice intervistata da Il Corriere della Sera. La Stolder fu eletta una prima volta con Forza Italia, 5 anni fa. Ora ci riprova, e in merito al rapporto col padre, spiega: «Ho interrotto i rapporti con lui da anni. Papà ha sbagliato, ha pagato e sta continuando a pagare. Il mio riscatto personale è il riconoscimento delle persone per quel che ho fatto, prima nell’ambito delle associazioni, poi da consigliere municipale». Tra i suo vanti, «l’impegno per riqualificare l’area dell’ospedale dell’Annunziata, il tentativo di fare istituire seri corsi di formazione professionale per fabbri, pizzaioli, artigiani». In merito alla Camorra, la Stolder ha le idee ben precise, e afferma: «chi naviga in quelle acque magari vive nel lusso per qualche anno, ma alla fine sconta tutto. Meglio pane ed acqua da operaio, che caviale e champagne da camorrista. Però, bisogna anche creare le opportunità affinché un giovane si guadagni il pane ed acqua».
La candidata del centrodestra si è detta, in particolare, ferita del fatto che in molti l’abbiano soprannominata, in passato “lady camorra”. «Fui attaccata da un ex assessore regionale che oggi è rinviato a giudizio per una vicenda infamante. Immagino che qualcuno ripeterà quelle accuse nei miei confronti anche ora, che mi propongo per la seconda volta», dice, invitando gli altri a fare i conti con gli inquisiti delle proprie liste: «Ci sono candidati, invece, alle Municipalità come al Comune, che sono coinvolti in indagini per reati pesanti, per vicende gravi».