E’, al momento, dato per disperso il barcone con a bordo 220 migranti, tra i quali molte donne e bambini che, ieri sera, a circa 80 miglia dalle coste della Libia aveva lanciato un Sos.
Il barcone si trovava al confine con le acque di competenza, per quanto riguarda le operazioni di soccorso, maltesi. Chi si trovava sulla barca aveva chiamato Italia e Malta spiegando che il natante stava imbarcando molta acqua. Da allora, il telefono satellitare dal quale è stato lanciato l’allarme, non è rintracciabile, come, quindi, non lo è la posizione dei migranti attraverso il Gps. Nel frattempo, dopo l’approdo a Lampedusa, alle 7 di mattina, del primo barcone con 166 migranti partiti dalla Libia, ne è arrivato un altro con 265 profughi e un terzo con a bordo un altro centinaio di persone provenienti dai paesi subsahariani. Un’altra imbarcazione sta per giungere con 500 profughi. Ne sono attese altre due. «A Lampedusa continuano ad arrivare profughi dalla Libia. Mentre con la Tunisia funziona l’accordo di rimpatrio. In Libia c’è la guerra e finché dura la guerra arriveranno i profughi» ha dichiarato il ministro dell’Interno Roberto Maroni alla Festa della polizia penitenziaria a Roma.
«Questo è il problema e per questo abbiamo sollecitato e risollecitiamo un’azione forte della diplomazia che ponga fine alla guerra in Libia altrimenti non c’è modo di fermare gli sbarchi», ha aggiunto. Poi, l’accusa all’Europa, che, secondo il titolare del Viminale, «non sta facendo quello che si è impegnata a fare. Un mese fa aveva deciso di prendere alcune iniziative, che dopo un mese non sono state ancora prese».