La vicenda legata alla P4 e all’arresto di Bisignani rischia di gettare scompiglio in mezzo Parlamento, e destabilizzare ulteriormente l’establishment italiano; o di risolversi in una bolla di sapone come tante altre inchieste del genere. Bisignani, arrestato insieme al deputato Pdl e magistrato in aspettativa Alfonso Papa, avrebbe dato vita ad una società di servizi informativi paralleli (secondo il pm Woodcock) ai servizi segreti. Le sue informazioni su appalti, inchieste, scheletri negli armadi di personaggi pubblici venivano lautamente ricompensate alla voce “consulenze”. Una rete, la sua, fittissima di conoscenze d’alto livello in tutti gli ambiti della vita pubblica e delle istituzioni. Tra i nomi più eccellenti che circolano i questi giorni, Berlusconi, Gianni Letta, D’Alema, Dini, Andreotti, e ai tempi, Cossiga. Per non parlare dei rapporti con le banche e le partecipate statali come Eni, Enel, e Finmeccanica. In ogni caso, a inchiesta non ancora conclusa, l’Associazione nazionale magistrati (Anm), il sindacato delle toghe, ha preso posizione sulla vicenda, definendola, nel suo complesso, «inquietante». L’opinione dei magistrati in merito «è chiara e rispetto a essa non ci saranno passi indietro. È una vicenda inquietante, bisogna attivare tutti i meccanismi previsti perché la magistratura ha bisogno di credibilità e discontinuità rispetto a certi comportamenti e fatti con i quali non vogliamo avere nulla a che fare». Così si è espresso Luca Palamara, presidente dell’Anm, a margine dei lavori del congresso di Unicost, corrente interna al sindacato. «Dobbiamo aspettare di avere lettura delle carte – ha aggiunto – e dopo ci faremo di nuovo sentire». Rispetto ai magistrati coinvolti nell’inchiesta, infine, ha detto: «il 25 giugno si riunirà il comitato e, speriamo, al più presto anche i probiviri». Intanto, la procura generale della Cassazione ieri ha aperto un’indagine disciplinare sul parlamentare del Pdl e magistrato in aspettativa. Dal canto suo il premier Berlusconi si dice «serenissimo» e difende Gianni Letta.
Il nome di quest’ultimo sarebbe stato fatto più volte nel corso delle indagini. Bisignani gli avrebbe riferito dell’inchiesta della procura di Lagonegro sugli appalti al centro immigrati, ma solamente a chiusura delle indagini. «È un’inchiesta sul nulla», ha detto il premier. «Gianni Letta è un galantuomo servitore delle istituzioni». Si tratta di dichiarazioni riferite alle agenzie dalla deputata Pdl Michaela Biancofiore, che lo ha incontrato a Palazzo Grazioli.