I detriti del satellite fanno un po’ meno paura. I resti di Uars, il dispositivo lanciato in orbita 30 anni fa per studiare gli elementi che contribuiscono a distruggere, nell’atmosfera, l’ozono – il più longevo tra i suoi colleghi – potrebbero, in parte, schiantarsi ancora sull’Italia, ma con una probabilità minore a quanto precedentemente annunciato. La Protezione civile, nel suo ultimo aggiornamento fa sapere che la probabilità è scesa allo 0,9 per cento, rispetto all’1,5 del precedente annuncio. In particolare, viene esclusa una delle due finestre orarie i cui i frammenti sarebbero potuti cadere. Non viene più contemplata la traiettoria compresa nella fascia oraria tra le 21:25 e le 22:03 di oggi. Resta, quindi, solamente un finestra oraria per l’Italia, quella tra le 3:34 e le 4:12 del 24 settembre. Secondo le nuove previsioni, le zone del nord Italia che potrebbero essere interessate dal fenomeno sono le province di Trento e Bolzano, tutte quelle del Piemonte, della Val D’Aosta, della Liguria, della Lombardia, del Veneto del Friuli Venezia Giulia e quelle di Piacenza e Parma. In ogni caso, la probabilità che ci possano essere danni per gli essere umani è di una su 3.200.
La Nasa stessa ha deciso di farlo rientrare perché dove si trovava sarebbe risultato molto più pericoloso, in quanto avrebbe potuto colpire altri satelliti. Intanto, sulla falsariga di quanto deciso dall’Enav, l’Ente Nazionale di Assistenza al volo, che ha deciso di emettere unavviso-notam per informare i velivoli sugli aggiornamenti riguardo ai frammenti, anche l’Eurocontrol, l’analoga organizzazione in Europa, ha emanato un’info aeronautica Aim (Aereonauticl information message in base alle informazioni della Nato. Nel frattempo, la Protezione civile fa sapere che, laddove ci si dovesse imbattere in un frammento di satellite, per nessuna ragione al mondo si deve toccarlo. Potrebbe, infatti, risultare altamente tossico. Nel frattempo, la Protezione civile suggerisce di non trovarsi, nella fascia oraria di maggior pericolo, in spazi aperti, sotto architravi, ai piani alti delle case, o in prossimità di zone ad angolo.
La Nasa ha previsto che i pezzi di Uars che l’atmosfera non riuscirà a disintegrare saranno 26. Il più grande di questi potrebbe arrivare a pesare 150 chilogrammi, e impattare contro il suolo terrestre ad una velocità di 150 chilometri all’ora. I più piccoli, invece, potrebbero pesare dai 150 ai 500 grammi. Come, dove e quando colpiranno non potrà esser stabilito con certezza a prima di un’ora e 40 minuti dall’evento.