SANTO DEL GIORNO/ Cammilleri: così San Luca Evangelista ci ricorda il primato della Chiesa
RINO CAMILLERI spiega come San Luca Evangelista comprese e spiegò che la Chiesa viene prima del Vangelo ed è la sola che dispone del potere di interpretarlo correttamente

Medico, pittore, scrittore e discepolo di san Paolo. Su questo Evangelista è stato detto tutto e mi pare, dunque, inutile ribadire qui quel che si può utilmente leggere sulle enciclopedie. Trovo più utile, di questi tempi, soffermarsi sul prologo del suo Vangelo, che da solo fa giustizia di tutti i Codici da Vinci e le «mogli» di Gesù. Luca così esordisce, da storico vero: «Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teofilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto». Luca, perciò, racconta fatti. E non teme di essere smentito, in quanto non pochi di quelli che assistettero ad essi sono ancora vivi e in grado di confutare. Cosa che, infatti, non avvenne mai: non è mai stato trovato un documento, neanche uno, in cui qualche pagano o giudeo coevo contestasse i miracoli, le parole, le azioni di Gesù. Le polemiche ci furono, certo, ma vertevano su altre questioni: la divinità di Cristo, per esempio, o la sua Resurrezione. Naturalmente, col passare del tempo tutti i testimoni morirono, e pure i loro discepoli diretti. E, allargandosi il numero di quanti si professavano cristiani, si allargò anche quello di coloro che aggiungevano i proprio personali «secondo me» a quel che non avevano visto né sentito in presa diretta. Si arrivò, così, a una situazione in cui i «vangeli» in circolazione erano talmente tanti da rendere difficile raccapezzarsi. Ogni scuola, ogni setta, ogni –ma sì- eretico diceva la sua, allora come oggi, su quel che «veramente» aveva detto e fatto Gesù, un Gesù, allora come oggi, costruito a immagine e somiglianza del narratore di turno, il quale non mancava, né manca, di accusare la Chiesa di avere tradito il «vero» messaggio di Cristo. Ma Cristo non ha mai scritto niente, ha bensì fondato una Chiesa, alla quale – sola – ha dato il potere di «sciogliere e legare».
E’ la Chiesa ad aver scritto il Vangelo, come Luca (suo illustre esponente di primo piano e della primissima ora) dimostra. La Chiesa viene prima del Vangelo ed è la sola che ha il potere, commesso dal suo Fondatore, di interpretarlo. Chi legge il Vangelo al di fuori dell’interpretazione che ne dà la Chiesa sbaglia. E’ la stessa Chiesa, quando i «vangeli» cominciarono ad essere troppi e, soprattutto, in contraddizione tra loro, ad aver fatto chiarezza. Cioè, a dire: questi sì e questi no. Così, ha fornito i quattro (e solo quattro) Vangeli cosiddetti «canonici» (costituenti, cioè, il canone, la norma, ufficiale). Questi quattro sono «ispirati» dallo Spirito Santo, non «dettati» (cosa che li rende alquanto diversi, per esempio, dal Corano). Ciò vuol dire che gli Evangelisti ci hanno messo del proprio, come francamente dichiara nel suo prologo lo stesso Luca. E ciò fa giustizia di ogni lettura letterale, «fondamentalista», dei testi. Perciò, i vari vangeli «apocrifi» che via via emergono per la gioia dei ricercatori universitari che ci cavano cattedre e fama, sono solo fuffa, come il loro nome indica (apocrifi: non si sa chi li abbia scritti e quale autorevolezza avesse per farlo). E, si noti, gli Evangelisti (come Luca) scrissero solo perché si andava affievolendo il ricordo autentico della vita di Cristo (che fu tutt’uno con il suo messaggio). Prima, infatti, il racconto si trasmetteva tramite la parola dei testimoni e dei loro diretti discepoli, essendo la comunità dei credenti ancora numericamente esigua. Poi, quando si estese, divenne sempre più difficile far giungere la diretta testimonianza nei vari luoghi; era perciò più agevole far viaggiare le copie d uno scritto. E quel che ha fatto Luca, dopo «ricerche accurate». Luca aggiunse preziose notizie sull’infanzia di Gesù, che gli altri Evangelisti non avevano ritenuto di dover riportare. Il che ci fa desumere che sia andato a intervistare personalmente la Madonna, la sola che poteva dire qualcosa al riguardo.
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