BONO VOX/ Il cantante degli U2 in Vaticano: la Chiesa è in prima fila nella riduzione del debito
Il cantante degli U2 si è recato in Vaticano per comunicare gli ottimi risultati della campagna per la riduzione del debito dei paesi del terzo mondo e ringraziare la Chiesa per l’impegno

Fece scalpore, nell’ormai lontano 1999, la visita di una rockstar a Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II. Fece ancor più scalpore la confidenza con cui Bono il cantante degli U2 – era lui la rock star – si prese certe libertà con il Pontefice, regalandogli e chiedendogli di indossare un paio di occhiali da sole, il perfetto tocco di look che ogni rock star indossa sempre. Cosa che Giovanni Paolo fece volentieri facendosi anche fotografare in quel modo insolito. Ma si sa che il Pontefice scomparso amava stare al gioco, scherzare e dare confidenza a chiunque. Bono allora lo definì anche lui una rockstar. Il motivo di quella visita insolita fu la campagna per la riduzione del debito nei confronti dei paesi poveri del terzo mondo (Drop the Debt). Sempre per questo motivo il cantante degli U2 è tornato oggi in Vaticano: non ha incontrato il nuovo Pontefice che ha preso il posto di Giovanni Paolo ma comunque i vertici del Vaticano sì, nella persona del cardinale Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Bono si è recato personalmente a Roma per ringraziare dunque i vertici della Chiesa cattolica per il loro impegno nella campagna per la riduzione del debito dei paesi poveri, dicendo esplicitamente che la Chiesa è al primo posto in questo impegno. Nel corso di tale visita, Bono ha rilasciato qualche battuta a Radio Vaticana. Nel corso di questo scambio di battute Bono ha detto come la campagna per l’eliminazione del debito grazie all’impegno di quanti l’hanno intrapresa è stata in grado di finanziare gli studi di ben 52 milioni di bambini che possono andare oggi a scuola grazie a questa campagna. Alla Chiesa romana Bono ha poi voluto chiedere come intenderà muoversi prossimamente per mantenere sempre vivo questo impegno. Bono ha anche detto: “La Chiesa è stata capofila di questo movimento e questo le deve essere altamente riconosciuto; è stata all’avanguardia di un movimento che è anche interreligioso e inter-disciplinare, perché si sono impegnati sacerdoti e suore, musicisti, gente dello sport, calciatori”. La Chiesa c’era, ha detto ancora, ma la Chiesa adesso deve comunicare i risultati ottenuto. Insieme, ha aggiunto, dobbiamo studiare il modo migliore per farlo. Bono ha poi detto che spera mentre si trova a Roma di poter incontrare Benedetto XVI e di ricordare tutt’oggi la visita a Giovanni Paolo: “Ancora indosso quello che Papa Giovanni Paolo II mi donò, all’epoca: un piccolo crocifisso d’argento”.
Figlio di genitori uno protestante l’altra cattolica, Bono non ha mai nascosto la sua profonda fede cattolica anche se si è reso protagonista di dichiarazioni non del tutto ortodosse in questo senso, come ad esempio l’uso del preservativo.
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