Ci sono voluti 70 anni per fare una riforma. Vuole dire che la disciplina sin qui in uso risale a prima della fine della guerra. Ma, finalmente, la nuova legge sui regolamenti condominiali ha visto la luce. In generale, dovrebbe limitare i motivi di polemiche, asti e liti tra condomini. Agevolando i processi decisionali e, «incentivando il ricorso all’istituto della conciliazione in caso di controversie, al fine di ridurre il numero della cause condominiali che attualmente riempiono i tribunali», spiega, interpellato da ilSussidiario.net, il geometra Alberto Macchi, esperto di Catasto. Che, di seguito, ci illustra i punti più significativi (e quelli superflui) della riforma.
L’amministratore, pur in assenza di norme che ne facciano obbligo, è tenuto a versare le quote in un conto corrente apposito e dedicato al condominio; ma questo già lo prevedeva la Cassazione, con una sentenza depositata nel 2011.
L’amministratore dovrà agire con decreto ingiuntivo “entro sei mesi dal rendiconto in cui siano elencate le rate di spesa che questi non hanno pagato”. Si sono abbreviati i tempi di recupero del credito per quei condomini che non hanno saldato le loro quote di spese. Ma si tratta di un’operazione che l’amministratore non metterà mai in atto. Ci sono, normalmente, dei rapporti tra i condomini tali per cui un atto del genere sarebbe considerato del tutto sproporzionato. A meno che non sia lo stesso condomino che decida di fare di tutto per “farsi cacciare via”.
Mentre l’onorabilità e l’assenza di condanna contro la Pubblica amministrazione le considero scontate, la necessità di frequentare un apposito corso e la facoltà di godere di un’assicurazione sono importanti novità.
L’amministratore può essere licenziato per irregolarità fiscali o se non apre il conto di condominio: questo, di sicuro, può rappresentare una scossa nei confronti degli amministratori di condominio, sovente estremamente lenti nelle loro decisioni. Tuttavia, può rappresentare anche un’arma a doppio taglio. L’amministratore potrebbe essere penalizzato laddove non osservi alla lettera le indicazioni dell’assemblea, anche laddove le sue richieste non fossero del tutto lecite.
Le spese vengono suddivise, una volta per tutte: metà in base al valore millesimale, metà in base al piano. Resta da capire che coefficiente sarà attribuito al piano. Il che, potrebbe dar adito a parecchi litigi.
Il possesso di certi animali domestici non potrà più essere vietato. Tuttavia, dobbiamo tenere conto del fatto che una persona, in casa, già adesso può tenere ciò che vuole. Il regolamento si applica alle parti comuni. Paradossalmente, sarebbe sufficiente portare il cane in braccio, evitando di farlo passare per le scale, per aggirare le norme.
– Fino a oggi, la pena prevista per le trasgressioni ammontava a 0.52 cent (100 lire). Oggi, viene adeguata a 200 euro fino a un massimo di 800. Il regolamento acquista così maggiore potere coercitivo.
– Cambiare la maggioranza dei 4/5 dei condomini con i 4/5 dei millesimi agevola la pratica; rendendo possibile, ad esempio, operazioni volte a far cassa, come la vendita degli alloggi dei custodi.
(Paolo Nessi)