A regime, vi transiteranno 400 treni al giorno (320 merci e 80 passeggeri) con una velocità consentita fino a 250 km/h; sarà ultimata attorno al 2020 e, se tutto andrà secondo le previsioni, costerà, complessivamente, tra i 16 e i 20 miliardi di euro. Il 28 aprile 2008 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ne ha inaugurato i lavori che, ad oggi, procedono senza particolari intoppi. Ovviamente, non stiamo parlando della nuova linea ferroviaria ad Alta velocità Torino-Lione, ma della Galleria di base del Brennero che collegherà Innsbruck a Fortezza (Bolzano), l’Austria all’Italia. Paolo Viskanic, direttore della R3 GIS, azienda che si occupa di sistemi informativi territoriali e che ha collaborato per anni con la società che sta realizzando la galleria, spiega a ilSussidiario.net perché, in quelle zone, non si è prodotto un fenomeno analogo a quello dei No Tav. «Il nostro lavoro, prevalentemente, è consistito nello sviluppo del sistema informativo territoriale, relativamente alla parte cartografica, sia per la società austriaca che per quella italiana. Abbiamo, inoltre, scritto un bando di gara europea per affidare la sviluppo delle tecnologie adeguate alla esigenza della BBT alle società più idonee», afferma, anzitutto. «Seguendo gli studi geografici per tanti anni, siamo rimasti coinvolti anche nel lavoro di tante altre persone, e abbiamo potuto constatare come si è operato nei diversi settori». Viskanic, in particolare, dice di esser rimasto favorevolmente impressionato «dalla qualità e dalla quantità delle informazioni che sono state raccolte, sotto tutti i punti di vista, per far sì che la progettazione e la costruzione avvenissero con i minori costi e impatti possibili». Nulla è stato lasciato al caso: «scienziati operanti in diversi settori hanno inserito su una piattaforma informativa parametri relativi a flora, fauna, falde acquifere, qualità dell’aria, rumore, vibrazioni e via dicendo, prima, durante e dopo l’opera; questi dati sono stati – e sono costantemente – analizzati, per verificare se ci siano valori che sfondano i limiti dettati dalla legge». Il coinvolgimento della popolazione è stato tra i fattori decisivi per evitare i tafferugli della Val di Susa. «E’ stata messa a punto una grande campagna di comunicazione per i cittadini e per le amministrazioni lungo la tratta. Sono state fatte delle simulazioni, mentre i dati relativi sono stati resi pubblici per far comprendere quale impatto reale potrà avere l’opera». Non è tutto: «sono stati eseguiti, inoltre, monitoraggi capillari sulla salute delle persone e sulle falde acquifere e sono stati comunicati alla popolazione per rassicurarla sull’impatto che la galleria avrà sulle loro vite».
Tutto ciò ha sortito, probabilmente, l’effetto desiderato. «Si figuri – aggiunge – che esistono, in rete, tutta una serie di informazioni accessibili al pubblico, attraverso, ad esempio, dei totem multimediali dislocati nelle stazioni di Innsbruck e Bolzano per verificare, ad esempio, la distanza che intercorrerà tra il tunnel e la propria abitazione. Tutti gli studi effettuati, infine, sono sati resi disponibili».