SANTO DEL GIORNO/ Oggi, 1 aprile, si celebra la Domenica delle Palme ed è Sant’Ugo Vescovo

- La Redazione

Quest’anno il 1 aprile è la Domenica delle palme, o Domenica della Passione del Signore, con cui inizia la celebrazione della Settimana Santa prima della Pasqua. E’ anche Sant’Ugo Vescovo

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Quest’anno il 1 aprile è la Domenica delle palme, o Domenica della Passione del Signore, con cui inizia la celebrazione della Settimana Santa prima della Pasqua. Secondo il Vangelo, Gesù arrivò a Gerusalemme sul dorso di un’asina con un puledro legato, adempiendo alla profezia di Zaccaria. Gesù scelse un’asina e non un cavallo dando ancora una volta prova di estrema umiltà. Alla gente era stato annunciato l’arrivo del Messia e una volta giunto in città venne acclamato dalla folla che agitava foglie di palma e rami d’ulivo per rendergli onore, celebrazione che veniva riservata ai sovrani.

Inoltre, da oltre vent’anni, il giorno della Domenica delle palme si celebra la Giornata Mondiale della Gioventù, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1985. La giornata ha il suo culmine in Piazza San Pietro alla presenza del Papa.

Secondo il Martirologio Romano, il giorno 1 aprile si festeggia Sant’Ugo Vescovo di Grenoble a cui si deve una profonda riforma del clero e del popolo secondo le linee guida di Papa Gregorio VII.

Sant’Ugo di Grenoble nacque nel 1053 a Châteauneuf-sur-Lers da nobile famiglia e venne educato dalla madre a una vita di preghiera e carità.

Da giovane studiò a Valence e a Reims ed ebbe tra i suoi docenti San Bruno di Colonia, coltissimo ma molto severo.

Pur prediligendo la vita eremitica, venne consacrato vescovo in età molto giovane, aveva infatti solo 27 anni. Si dedicò all’episcopato in maniera ammirevole per ben cinquantadue anni fino alla sua morte il 1° aprile 1132 a Grenoble.

Sant’Ugo donò a San Bruno e ai suoi compagni l’eremo di Chartroux, dove si era anche rifugiato da giovane dimettendosi dall’episcopato dopo due anni. All’epoca Papa Gregorio VII voleva riformare profondamente la Chiesa liberandola da avidità e scostumatezza, oltre che dall’ignoranza. Per questo aveva bisogno di vescovi come Ugo e gli ordinò di tornare al suo posto. Lui eseguì l’ordine che arrivava direttamente dal Papa e si dedicò alle missioni assegnate, fece piazza pulita della gente poco degna e soprattutto si dedicò all’insegnamento per far uscire il popolo dalla profonda ignoranza diffusa all’epoca.

L’episcopato di Sant’Ugo vedrà avvicendarsi diversi Papi dopo la morte di Gregorio VII, finchè da vecchio, stanco e malato scrisse a Papa Onorio II una lettera in cui diceva di volersi ritirare in un eremo. Il Pontefice gli chiese di rimanere ancora preferendo lui, anche se malato, a qualsiasi altro. Sant’Ugo obbedì ancora e resse l’episcopato fino alla fine dei suoi giorni.

L’emblema di Sant’Ugo di Grenoble non poteva che essere il bastone pastorale, data la lunga durata e l’importanza della sua vita da vescovo.

Il nome Ugo ha un’etimologia di origine tedesca e sta ad indicare una persona dallo spirito perspicace.

 





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