Santo del giorno. Oggi, 4 aprile, è Sant’Isidoro di Siviglia. Oggi la Chiesa cattolica celebra tra gli altri Sant’Isidoro di Siviglia, dottore della Chiesa. Isidoro nacque a Cartagena (regione della Murcia in Spagna) nel 560 circa ed era il quarto di cinque fratelli di cui Leandro, Fulgenzio e Fiorentina furono proclamati santi.
Morti i genitori quando era ancora fanciullo, divenne suo tutore il fratello maggiore Leandro vescovo Siviglia, ma il giovane Isidoro non mostrava molto amore per lo studio e non voleva passare ore sui libri.
Si narra che un giorno, accostandosi a un pozzo per bere, notò i segni che la corda del secchio aveva inciso sulla roccia che costituiva il bordo e capì che con la costanza e la volontà si può aver ragione anche degli ostacoli più duri che si incontrano nella vita. Da quel giorno si applicò con diligenza allo studio e divenne forse l’uomo più erudito dei suoi tempi.
In seguito fu chierico a Siviglia e, alla morte del fratello venne nominato suo successore come vescovo della città andalusa.
Il suo impegno si rivolse sia alla conversione dei Visigoti presenti in Spagna, sia al’educazione morale e culturale del clero e si trasformò in breve la personalità ecclesiastica più autorevole della su epoca, tanto che presiedette anche il Concilio di Toledo nel 633.
Da grande erudito qual era si dedicò alacremente alla diffusione della sapienza e lasciò innumerevoli scritti che furono tra i testi più letti di tutto il medioevo. Le sue opere trattavano i più svariati argomenti, tra gli i libri di carattere storico ha lasciato i “Chronica Maiora” (la storia universale) e la “Storia di Goti, Vandali e Svevi”, diversi trattati di spiegazione delle Sacre Scritture, ma si occupò anche di grammatica con un dizionario dei sinonimi.
“Ethymologie” è ciò di più prezioso che ci ha lasciato; si tratta di un’enciclopedia in venti volumi in cui, prendendo spunto dall’etimologia dei vocaboli, illustra tutte le conoscenze della sua epoca in ogni campo.
E ancora “De rerum natura” in cui Isidoro affrontò anche l’astronomia.
Preoccupato di dare una perfetta formazione ai futuri sacerdoti, fondò un collegio ecclesiastico, una sorta di antenato dei seminari istituiti molti secoli dopo, ma nonostante i suoi continui impegni, Isidoro non dimenticò mai l’umiltà e la carità che gli permisero di ottenere il titolo di “doctor egregius” e la canonizzazione.
La sua grande sapienza è riconosciuta anche da Dante che lo cita nella Divina Commedia (Paradiso – canto X).
Nel 2002 è stato designato patrono di internet e di tutti coloro che lavorano in rete da papa Giovanni Paolo II per essere stato il primo a redarre un’enciclopedia, la più antica antenata della rete.
Sant’Isidoro di Siviglia viene festeggiato nel comune di Favria in provincia di Torino.
Il 4 aprile si tiene la tradizionale Fiera di Sant’Isidoro che vede un’ampia rassegna di prodotti agricoli, ma soprattutto si svolge la “battaglia delle reine”.
Si tratta di un’usanza che arriva direttamente dalla Valle d’Aosta e consiste nel combattimento delle mucche (le reine), è una manifestazione del tutto incruenta in cui le vacche divise per coppie si sfidano per conquistare il territorio della rivale e la lotta consiste in spinte continue che gli animali si danno con le corna. Non appena una delle due inizia a indietreggiare il combattimento ha termine.