Una bomba è esplosa questa mattina davanti a una scuola a brindisi ferendo sette studenti, di cui uno in modo molto grave, e uccidendo – stando alle ultime notizie che filtrano da ambienti ospedalieri riportate dalle principali televisioni – una studentessa. Sono state evacuate tutte le scuole di ogni ordine e grado nell’intera città di Brindisi, ma le ipotesi sugli autori dell’attentato sono al momento tutte al vaglio degli inquirenti. Sono le 7:50 della mattina davanti all’Istituto femminile Francesca Morvillo Falcone, moglie del giudice Giovanni Falcone ucciso proprio vent’anni fa con una bomba in una delle più drammatiche stragi di mafia italiane proprio insieme alla moglie in quel 23 maggio del 1992 a Capaci. La bomba ha falciato la vita di una giovane studentessa di sedici anni, un’altra lotta tra la vita e la morte sotto i ferri dei chirurghi. Eppure il bilancio poteva essere anche molto più grave, dato che un autobus pieno di studenti, stando ad alcune ricostruzioni dei testimoni oculari, stava transitando nelle vicinanze. Fortunatamente al momento dello scoppio era piuttosto distante e quindi solo vetri rotti e tanto spavento per gli studenti a bordo. La dinamica dell’attentato è già stata delineata dalle prime ricostruzioni, meno il movente. La bomba (sul cui potenziale non è ancora stato possibile fare valutazioni documentate e ufficiali) è esplosa proprio di fianco all’ingresso della scuola ed era collocata in un cassonetto per la raccolta differenziata della carta. Una deflagrazione tremenda perché proprio a quell’ora erano decine e decine le studentesse assiepate davanti all’ingresso dell’istituto brindisino. Gli effetti dell’esplosione sono ben visibili sul muro di cinta in cemento della scuola, mentre non sembra che ci siano danni evidenti sulle vetture e sui vetri delle case circostanti, elemento che contrasta all’apparenza con il modus operandi della criminalità organizzata, quantomeno rispetto alla fattura dell’ordigno. Sempre stando alle indiscrezioni riportate dagli organi di stampa, pare che la bomba fosse costituita da due bombole di gas collegate insieme mentre non si hanno ancora notizie sul tipo di innesco che ha dato il via all’esplosione. Altro elemento questo, cioè la fattura artigianale dell’ordigno, che farebbe propendere per un gesto non legato alla criminalità organizzata, anche se per ora siamo ancora a livello di congetture e la priorità è mettere in sicurezza gli alunni e curare i feriti. In particolare la studentessa che lotta tra la vita e la morte in ospedale ha ustioni gravissime su larga parte del corpo, probabilemnte dovuta alla palla di fuoco sprigionatasi dalla deflagrazione delle bombole di gas usate per creare l’ordigno. Diverse le personalità che si stanno recando a Brindisi, dal ministro dell’istruzione Profumo (che quindi non sarà presenta al convegno organizzato dal Partito Democratico a Torino sulla Scuola che Cambia) e il governatore della regione Puglia Nichi Vendola. Per il sindaco di Brindisi, che è intervenuto a Telenorba, invece, è chiaro che ci sia un collegamento con la criminalità organizzata e ha parlato di un “attacco senza precedenti”. Sarebbe in effetti una modalità inusuale sia per i terroristi di matrice ideologica che per eventuali aderenti alla criminalità organizzata.
Eppure restano valide anche altre ipotesi che coinvolgono i malavitosi organizzati. Un elemento a sostegno di questa teoria è che il cassonetto (che è stato spostato verso la scuola, dove originariamente non si trovava) sarebbe stato in realtà avvicinato al tribunale e non tanto all’ingresso dell’istituto scolastico. E tra la ridda di voci che si rincorrono sui possibili motivi del gesto c’è anche chi mette in collegamento questa esplosione alla maxi retata che ha messo dietro le sbarre diversi esponenti della malavita organizzata nei giorni scorsi proprio nel brindisino. Le ipotesi in ogni caso sono tutte percorribili, ma gli inquirenti sono già al lavoro per appurare la verità.