Il caso Vanessa Scialfa, la ragazza di Enna uccisa dal suo convivente qualche giorno fa. Vanessa era scomparsa da casa sua lo scorso 24 aprile e ritrovata cadavere ai piedi di un cavalcavia due giorni dopo. I sospetti erano andati subito in direzione del suo fidanzato, un 34enne disoccupato, che aveva ammesso una lite tra i due il giorno della scomparsa. Poi era crollato davanti agli inquirenti e aveva ammesso di averla uccisa lui. Il motivo, banale gelosia dettata dall’uso di stupefacenti, esattamente cocaina. Così aveva giustificato il terribile gesto che aveva sconvolto l’intera città di Enna. Ma per i genitori di Vanessa la sua spiegazione non basta. Isabella e Giovanni Scialfa infatti, parlando indiretta stamattina al programma mattino Cinque, hanno detto che secondo loro ci sono altri motivi dietro l’omicidio e che le tesi del reo confesso non reggono. Vogliono verità e giustizia completa, hanno detto, e soprattutto chiedono non si faccia un processo per rito abbreviato cosa che permetterebbe a Francesco Lo Presti di avere una riduzione della pena. Secondo il padre e la madre di Vanessa intanto non sarebbe vero che i due avessero assunto cocaina quel giorno. L’omicidio, spiegano, è stato commesso con tale lucidità che l’uso della cocaina non avrebbe permesso. I due poi non credono neanche alla spiegazione del giovane, cioè che in un momento di intimità Vanessa avesse fatto il nome del suo ex fidanzato facendo scattare la gelosia del Lo Presti. Non c’era intimità, dicono, perché Vanessa è stata ritrovata completamente vestita. Dunque non c’è stata né gelosia né cocaina. “Queste sono affermazioni che lui sta facendo per buttare fango su mia figlia. Forse Vanessa gli aveva detto che voleva lasciarlo e lui ha compiuto questo omicidio… nessuno, a parte lui, avrebbe mai più dovuto toccarla. Questo omicidio è stato commesso con lucidità” è la spiegazione dei genitori di Vanessa Scialfa. Isabella Scialfa poi dice di non aver mai chiesto le scuse dei genitori di Francesco: non le servono, dice, e non le basterebbero neanche. Definisce poi l’ex fidanzato di sua figlia un verme, di quelli che purtroppo ci saranno sempre, il mondo non si out cambiare. “Io però ho promesso a mia figlia che il nome Francesco non lo pronuncerò mai più, non lo voglio nei miei pensieri…da me non merita neanche questo. Il mio cuore e il mio pensiero sono solo per mia figlia” ha detto ancora la donna.
Da parete di Giovanni Scialfa invece un appello alla giustizia affinché non si faccia il processo abbreviato. Non si devono fare sconti di pena a un assassino, ha detto, i processi per reati come questi vanno fatti subito.