ULTRA’ UCCISO/ Tensione a Pescara, bloccato corteo contro i rom (video)
Momenti di tensione ieri a Pescara, dove in mattinata circa 500 persone sono scese in strada per manifestare contro la presenza della comunità rom in città. Il video della contestazione

Momenti di tensione ieri a Pescara, dove in mattinata circa 500 persone sono scese in strada per manifestare contro la presenza della comunità rom in città. A far esplodere la rabbia degli ultras del Pescara Calcio ma anche di normali residenti è stata l’uccisione, avvenuta lo scorso primo maggio, di Domenico Rigante, il tifoso freddato da un nomade di 29 anni presso l’abitazione di un amico. Il presunto colpevole, Massimo Ciarelli, è stato già fermato dalle forze dell’ordine ma la tensione resta comunque alta. Il corteo riunitosi ieri mattina, con in testa il candidato sindaco tra le liste di Forza Nuova, Marco Forconi, appariva più come una spedizione punitiva, e si stava dirigendo verso il quartiere Rancitelli, dove da tanti anni risiede la comunità rom di Pescara. Con la polizia in stato d’allerta e il rischio di veder esplodere una rabbia incontrollabile, la manifestazione è stata fermata all’ultimo momento proprio da diversi capi ultras e dal fratello gemello della vittima, Antonio Rigante. La contestazione è poi continuata sotto il Comune della città, dove i manifestanti hanno intonato cori per ricordare la vittima ma anche contro la comunità rom. A essere preso di mira è stato in particolare il sindaco della città, Luigi Albore Mascia, più volte contestato dai coloro che hanno preso parte al corteo. «Abbiamo chiesto le istituzioni, dove sono le istituzioni?», hanno più volte gridato gli ultras e i cittadini riuniti sotto il Comune. Il primo cittadino è apparso in difficoltà, ma ha più volte fatto sapere ai manifestanti di aver spesso «messo la faccia» in situazioni del genere. A calmare le acque è stato poi il padre della vittima uccisa dal rom, Pasquale, che ha ringraziato i manifestanti per il loro sostegno ma ha chiesto di far tornare la calma, «perché quello che dovevate fare lo avete fatto». Sembra che il rom arrestato, Massimo Ciarelli, abbia agito con diversi complici, ed è proprio per questo che il capo della Mobile di Pescara, Pierfrancesco Muriana, ha lanciato l’appello a chiunque abbia visto qualcosa, perché «noi i nomi li sappiamo tutti – ha detto Muriana – e sono sei persone: ora ci aspettiamo che chi era presente confermi anche a noi questi nomi, anche per un atto di giustizia nei confronti di Domenico Rigante».
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