E’ sciopero a oltranza all’Ilva di Taranto, l’azienda posta in stato di sequestro dai giudici per motivazioni che riguardano “il disastro ambientale”. La decisione era nell’aria da giorni e si temeva il peggio, cioè la chiusura dello stabilimento (il più grosso stabilimento dove si lavora l’acciaio d’Europa) perché considerata a rischio mortale per gli stessi lavoratori e causa di inquinamento ambientale. Già da ieri gli operai erano usciti in massa dallo stabilimento dando vita a manifestazioni di protesta, oggi hanno proclamato lo sciopero a oltranza chiedendo l’intervento del capo del governo. A rischio sono infatti migliaia di posti di lavoro. I sindacalisti denunciano la chiusura dell’impianto: lasciarlo fermo e inattivo sarebbe, dicono, il vero disastro ecologico. Una decisione, quella della magistratura, definita ingiusta. Al momento gli operai si trovano sulla statale 100 e su quella 106 dove hanno dato vita a blocchi stradali: blocchi sulla statale 100 Taranto-Bari, la statale 106 jonica, la strada Taranto-Statte e la città vecchia di Taranto. Il traffico viene deviato su strade secondarie. E manifestazioni ci sono anche a Genova all’Ilva di Cornigliano. Secondo indiscrezioni, la situazione dell’azienda dovrebbe essere discussa già stamattina in consiglio dei ministri. Da parte sua, Clini, ministro dell’ambiente, sostiene che l’Ilva già da anni ha dato vita a un sistema di bonifica industriale e non è considerabile a rischio di inquinamento ambientale come lo era un tempo. Da parte sua il gip che ha deciso l’ordinanza di chiusura dello stabilimento ha spiegato i motivi della decisione. I responsabili dell’Ilva, ha detto, hanno “continuato nell’attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza”. Il gip di Taranto, che è stato anche messo sotto scorta e protezione per paura di ritorsioni nei suoi confronti, Patrizia Todisco ha nel dettaglio ordinato la chiusura di sei reparti a caldo dell’azienda siderurgica nonché ha chiesto l’arresto di otto persone, responsabili della conduzione dell’Ilva.
Nella denuncia del gip. si ritiene che “la salute e la vita umana sono beni primari dell’individuo, la cui salvaguardia va assicurata in tutti i modi possibili”. Citato anche l’articolo 41 della costituzione in cui si sostiene che il diritto alla salute condiziona la libera attività economica