Un’inchiesta della Procura di Caltanisetta sta cercando di fare luce sui piani di Cosa Nostra per dare vita a una nuova strategia della tensione. Alcune intercettazioni in carcere sui colloqui riservati di Totò Riina e una lettera anonima parlano di un’alleanza strategica tra la mafia siciliana e la Sacra Corona Unita per tornare a destabilizzare le istituzioni. Per Gaetano Savatteri, giornalista e scrittore siciliano, “i pm sono in possesso di una serie di indizi allarmanti che vanno tenuti sott’occhio, in quanto documentano una rinnovata vitalità di Cosa Nostra in un momento in cui l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia getta ombre inquietanti su pezzi delle istituzioni”.
Savatteri, fino a che punto le notizie su Cosa Nostra emerse in questi giorni sono davvero attendibili?
Il fatto che sia in corso un’indagine, che siano state disposte delle intercettazioni e che sia stata inviata una lettera anonima documenta che queste notizie hanno un fondamento e che ci sono una serie di elementi che è giusto tenere d’occhio. Di qui a una ripresa della stagione terroristica di Cosa Nostra ce ne corre, ma siamo comunque in presenza di segnali inquietanti. Ci sono state minacce ai danni di magistrati e colloqui in carcere registrati di Totò Riina, con una serie di file che andranno decodificati.
E poi c’è una missiva anonima. Di che cosa si tratta?
La scorsa primavera è stata recapitata una lettera minatoria anonima indirizzata alla Procura di Palermo nella quale si parlava di un attentato citando Matteo Messina Denaro. Questi segnali provenienti dal sottobosco mafioso sono giunti proprio in un momento in cui è in corso un dibattito sulla trattativa Stato-mafia. Mentre quindi da un lato era in atto una discussione politica sulla trattativa Stato-mafia, dall’altra ci sono stati dei segnali che venivano dal sottobosco mafioso e che potrebbero anche avere un significato più ampio di quanto potrebbero avere se presi singolarmente. Ciò a cui potrebbero fare pensare è infatti a una nuova vitalità di Cosa Nostra.
Perché la strategia della tensione della mafia dovrebbe ricominciare proprio adesso?
E’ la stessa domanda che si stanno facendo i magistrati della Procura di Caltanisetta che indagano sulla vicenda. Negli ultimi anni Cosa Nostra è stata fortemente indebolita e i suoi capi sono in carcere. A essere ancora molto attiva è la cosiddetta mafia affaristica, che è presente anche fuori dalla Sicilia e in particolare a Roma e a Milano. Nel momento in cui l’ultimo corleonese, Matteo Messina Denaro, è ancora latitante, l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia getta un’ombra molto negativa su pezzi dello Stato e su soggetti che lavoravano nelle istituzioni. Per Cosa Nostra potrebbe essere quindi il momenti per dare un segno di vitalità e soprattutto per parlare a nuovi interlocutori.
Quanto hanno influito i cambiamenti politici in atto su questa nuova vitalità della mafia?
Purtroppo su Cosa Nostra noi sappiamo le cose solo dopo che sono avvenute, è troppo complicato capire e decodificare la realtà esattamente come sta. Anche perché si tratta sempre di movimenti sotterranei, segreti e clandestini animati da una natura criminale. Se in questo momento Cosa Nostra sta riprendendo forza, rispetto alla ‘Ndrangheta calabrese o a pezzi della Camorra napoletana, la mafia siciliana è sicuramente indebolita. Non c’è dubbio però che continuino a esistere una serie di relazioni tra esponenti delle istituzioni e boss in galera, latitanti o emergenti.
Secondo lei dietro la frase di Totò Riina, “la Juventus è una bomba”, ci sarebbero degli inquietanti messaggi in codice?
In effetti non sappiamo che cosa ci sia dietro questa frase che insospettisce gli inquirenti. E’ evidente che occorrerà fare un’analisi più approfondita, speriamo che le indagini riescano a chiarire molto di più.
(Pietro Vernizzi)