Verrà annunciato tra pochi minuti il vincitore del Premio Nobel per la Pace 2013. Per questo riconoscimento, il Comitato ha ricevuto in totale 259 candidature, il più alto numero mai pervenuto, e cinquanta di queste non sono riferite a persone fisiche ma ad organizzazioni. E visto che, come è noto, le nomination non potranno essere svelate per i prossimi cinquant’anni, i bookmaker si sono scatenati per tentare di capire in anticipo chi sarà il vincitore. Tra i maggiori favoriti c’è senza dubbio Malala Yousafzai, la giovane attivista pakistana rimasta gravemente ferita in un attacco dei talebani avvenuto nell’ottobre del 2012 a causa della sua battaglia a favore dell’istruzione femminile. Lei stessa, nei giorni scorsi, ha dichiarato di “non avere fatto abbastanza per meritarsi il Premio Nobel per la Pace” e di “voler tornare appena possibile a casa, nella mia Valle dello Swat”. Proprio ieri, inoltre, la coraggiosa ragazza ha vinto il premio Sakharov 2013 per la libertà di pensiero, prestigioso riconoscimento assegnato ogni anno dal Parlamento europeo a personalità o gruppi che si sono distinti nella difesa dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Alla lista dei favoriti, almeno secondo quanto detto dalla tv norvegese NRK sul suo sito internet, si è aggiunta all’ultimo momento anche l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), attualmente impegnata in Siria. Tale organizzazione è presente in 189 Stati, i quali lavorano insieme per far sì che le armi chimiche non vengano mai più utilizzate in guerra. Nelle ultime settimane sono circolati con insistenza anche i nomi di Lyudmila Alexeyeva, Svetlana Gannushkina e Lilya Shibanova, tre donne che da anni si battono per avere dal governo russo maggiori aperture democratiche, ma in lizza c’è anche il procuratore generale del Guatemala, Claudia Paz y Paz Bailey, che ha permesso di mettere sotto processo l’ex presidente Efraín Ríos Montt, accusato di genocidio.