L’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) ha vinto il premio Nobel per la Pace 2013, assegnato pochi minuti fa a Oslo dal Comitato norvegese. La vittoria era stata anticipata questa mattina, poche ore prima della votazione ufficiale, dalla televisione norvegese Nrk, la stessa che l’anno scorso annunciò con largo anticipo l’assegnazione dello stesso Premio all’Unione Europea. L’emittente aveva fatto sapere che il Nobel per la Pace non sarebbe quindi andato a Malala Yousafzai, la giovane attivista pakistana rimasta ferita in un attacco dei talebani nell’ottobre del 2012, a cui ieri è stato assegnato il premio Sakharov 2013 per la libertà di pensiero, prestigioso riconoscimento annuale del Parlamento europeo. L’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC), attualmente impegnata in Siria, è un’organizzazione internazionale con sede a L’Aia, nei Paesi Bassi, che si propone come obiettivo quello di promuovere e verificare l’adesione alla convenzione sulle armi chimiche che proibisce l’uso di tali armi e ne chiede la distruzione. L’Opac effettua infatti numerose ispezioni sia negli impianti di distruzione delle armi chimiche, per verificare la reale distruzione di tali armi, sia nelle industrie di produzione per controllare le conformità dei Paesi membri con l’obbligo di produrre e usare determinate sostanze chimiche. Inoltre l’Opac verifica che le attività industriali di ogni Paese sia correttamente dichiarate, proprio come prevedono gli obblighi della convenzione sulle armi chimiche.