Si è svolta questo pomeriggio ad Agrigento, presso il molo turistico di San Leone, la cerimonia di commemorazione delle vittime dei due naufragi avvenuti a Lampedusa il 3 e l’11 ottobre. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, contestato da un gruppo di eritrei e attivisti, è stato costretto a interrompere le interviste con i cronisti ed è stato portato via dal servizio di sicurezza. “Assassini, assassini, basta con la Bossi-Fini”, gli hanno urlato durante la cerimonia, nel corso della quale il vicepremier aveva assicurato che l’Italia darà “un’assistenza ai superstiti e una degna sepoltura ai morti”. Qualche ora più tardi, Alfano ha commentato quanto accaduto: “I cosiddetti attivisti che hanno gridato assassini sono quelli che vogliono frontiere libere e scafisti in libertà”, ma “non l’avranno vinta: proteggeremo le nostre frontiere salvando vite umane”. Oltre al vice premier, eramo presenti anche i ministri Cecile Kyenge e Mario Mauro che hanno seguito con commozione la commemorazione. Assente, come annunciato nei giorni scorsi, il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini: “Perché i funerali non si sono svolti a Lampedusa? Dovete chiederlo a qualcun altro, noi non siamo stati coinvolti. Certo è che la decisione dei funerali di Stato è naufragata nel momento stesso in cui sono stati annunciati: non ci sono mai stati segnali concreti”. Il primo cittadino poi si è chiesto: “Sul molo di Agrigento non ci sono né i vivi né i morti. Che senso ha?”.