I rapporti con la Fraternità Sacerdotale San Pio X, i seguaci di monsignor Lefebvre, si sa non sono mai stati facili, arrivando fino alla scomunica imposta da Papa Giovanni Paolo II. Scomunica poi ritirata non senza polemiche per decisione di Papa Benedetto XVI. Ma anche con lui i rapporti non sono stati facili: nonostante la revoca ai quattro vescovi ordinati in modo illegittimo da Lefebvre nel 1988 e il perdono pontificio di Ratzinger non sono mancati i momenti difficili. Al momento delle sue dimissioni, la Fraternità aveva salutato Benedetto in modo quasi affettuoso: “Malgrado le divergenze dottrinali manifestate ancora in occasione dei colloqui teologici che si sono svolti tra il 2009 e il 2011, la fraternità sacerdotale San Pio X non dimenticano che il Santo Padre ha avuto il coraggio di ricordare che la messa tradizionale non era mai stata abrogata, e sopprimere gli effetti delle sanzioni canoniche contro i suoi vescovi, in seguito alle consacrazioni del 1988”. Momenti difficili che però con il nuovo Papa Francesco stanno assumendo nuovamente toni drammatici. Lo si può capire leggendo l’intervista che il lefebvriano Matthias Gaudron ha rilasciato al giornale tedesco Spiegel. In particolare, Bergoglio, sempre secondo le parole del capo dei Lefebvriano tedeschi, sarebbe colpevole di cercare un dialogo inter religioso e non si pone con chiusura totale nei confronti dell’omosessualità. Il risultato è che al momento tra la Fraternità San Pio X e la Santa sede non c’è alcun dialogo. “Il Papa afferma di accettare e seguire la dottrina cattolica, la quale sostiene che l’omosessualità è un peccato, ma dall’altra parte dà l’impressione che non vi sia nulla di sbagliato nell’essere gay. La convinzione che l’omosessualità sia un peccato è una cosa che abbiamo in comune con ebrei e musulmani. O mi attengo al pensiero che io non possa accettare l’omosessualità o non posso più considerarmi cattolico” ha detto il sacerdote. Gaudron annuncia poi che la Fraternità ha ultimamente aumentato il numero dei suoi seguaci: invece in Germania la Chiesa di Roma fra vent’anni non ci sarà più. “Mi piacerebbe una chiesa composta da cattolici convinti, ma se per avere una grande comunità il prezzo da pagare è annacquare la fede, allora preferisco se rimaniamo in pochi” ha detto.