Dopo il boom iniziale, le “svapate” e la moda dilagante, la sigaretta elettronica sta altrettanto velocemente scomparendo. Colpa della pesante tassa governativa, attraverso cui le e-cig sono state di fatto equiparate alle “bionde” tradizionali. Questo ha comportato non solo un netto calo dei consumatori, ma soprattutto la chiusura di centinaia di punti vendita in tutta Italia: come ha fatto sapere l’Anafe, l’Associazione nazionale fumo elettronico, in appena due mesi (maggio e giugno) hanno chiuso i battenti ben 123 negozi, mentre la richiesta di nuove aperture è crollata del 99 per cento. “La seconda metà del 2013 andrà molto male, con cali tra il 50 e l’80 per cento”, ha spiegato Massimiliano Mancini, presidente dell’Anafe, le cui parole sono riportate oggi dal Corriere della Sera. Se il mercato estero va ancora a gonfie vele, “è quello italiano che è in forte contrazione” a causa di una “pubblicità negativa” e di una “tassazione che dal 2014 passa a un totale di 80,5 per cento”. Più di un’azienda, quindi, ha g9ià de localizzato e “ora lavora nell’Est Europa o in Francia. E questo vuol dire centinaia, migliaia di occupati in meno”, ha concluso Mancini.