Il 22 febbraio si ricorda la Beata Maria di Gesù, nata Emilia d’Oultremont d’Hooghvorst: la futura santa nacque a Wégimont in Belgio nel 1818 da una famiglia nobile, tant’è che ricevette una forte educazione che le permise di rafforzare sia il fisico, in quanto divenne un’ottima atleta, sia l’intelletto e lo spirito, accrescendo ulteriormente il suo carattere energetico, caratteristica che le permise di contraddistinguersi nel corso degli anni. Emilia, essendo nobile, segui la volontà dei suoi genitori, che combinarono per lei un matrimonio con un giovane barone con ottime qualità religiose e spirituali, matrimonio che si celebrò nel 1837 e che permise comunque a Emilia di vivere una vita all’insegna della preghiera e delle opere di carità verso i meno fortunati, azioni che derivavano appunto dalla sua grande devozione religiosa che si radicò in lei da quando era una giovane fanciulla. Dal matrimonio col barone nacquero ben quattro figli, due maschi e due femmine, che vennero cresciuti in maniera molto affettuosa da parte di Emilia e di suo marito, e contemporaneamente, oltre al ruolo di madre, Emilia continuava a dedicarsi a fare opere di carità nei confronti dei più poveri e inoltre incontrò diverse figure religiose che scelse come sue guide spirituali.
La sua devozione fu talmente immensa che intorno al 1846, mentre si trovava a Roma e pregava nella chiesa di Gesù a Roma, le apparve il fondatore dell’ordine dei Gesuiti, che le spiegò che col passare del tempo avrebbe seguito le sue regole. L’anno successivo, ovvero il 1847 accadde un triste fatto che sconvolse in parte la vita di Emilia: suo marito infatti passò a miglior vita dopo esser stato colpito dalla malaria, malattia contratta dopo una battuta di caccia nelle Paludi Pontine. La perdita dell’amato marito fu una grande prova per Emilia, che riuscì a superarla con grande sforzo, dedicandosi ancor di più ai quattro figli e alle opere di beneficenza nei confronti delle persone più bisognose. Dopo la morte dei suoi genitori, avvenuta nel 1850, Emilia decise di consacrarsi interamente a Dio, facendo un voto di castità trasferendosi poi a Parigi assieme alle sue figlie per stare vicina anche ai figli maschi, che in quegli anni studiavano presso un collegio di Gesuiti.
Quattro anni più tardi, durante una lunga preghiera, Emilia vide in un’apparizione la Madonna, che le spiegò che Dio l’aveva mandata per spiegarle quale era il suo scopo nella vita, ovvero quello di fondare una nuova Congregazione con lo scopo di combattere tutti gli oltraggi fatti nei confronti dei Sacri Sacramenti durante il corso degli anni. Emilia non tardò a compiere quanto gli fu rivelato dalla Madonna, e inizialmente si limitò a formare una piccola comunità coi giovani che volevano consacrarsi a Dio, e successivamente, nel maggio del 1857 nacque l’Istituto di Maria Riparatrice: Emilia mise a capo di tale istituzione diverse figure religiose a lei famigliari, in maniera tale che si potesse interamente dedicare ai suoi quattro figli, riuscendo comunque a trovare il tempo per dirigere l’Istituto da lei fondato.
Passarono gli anni e diverse nuove Case appartenenti all’Istituto da lei fondato vennero costruite, e nel 1860, Madre Maria di Gesù, nome che Emilia decise di adottare, dopo un lungo pellegrinaggio a Loyola in onore di Sant’Ignazio, scrisse una lettera alle suore che mise a capo delle sue Case, spiegando loro come la vita religiosa doveva essere vissuta e come questa doveva essere insegnata agli altri. Gli anni successivi però non furono felici per Emilia: seppur i suoi due figli maschi si sposarono e le due figlie femmine la seguirono nell’Istituto delle Riparatrici, Emilia venne accusata dai parenti di aver condizionato le figlie e di averle costrette a diventare suore, accuse che la fecero soffrire parecchio, e come se non bastasse, Emilia dovette sopportare la morte delle figlie, avvenuta rispettivamente nel 1867 per tubercolosi e nel 1872 dopo una lunga malattia. La morte delle figlie segnò profondamente Emilia, che sfiorò più volte la pazzia, riuscendo comunque a rimanere in sé dopo grandi sforzi spirituali e al lavoro svolto nell’Istituto: Emilia morì nel 1879 a casa del figlio all’età di 59 anni. Emilia è stata beatificata nel 1997 da Papa Giovanni Paolo II. Viene ricordata soprattutto in Belgio, terra nella quale nacque, con diverse processioni e feste che si svolgono il 22 febbraio, precedute dalle messe che si svolgono nelle Chiese e nei vari Istituti e Case da lei fondati.