Non basta cambiare sesso perché un matrimonio non sia più valido: lo dice con una sentenza il tribunale di Reggio Emilia. Il caso è quello di una coppia composta da un brasiliano (nel frattempo diventato donna) che ha sposato una cittadina italiana. Dopo il matrimonio, celebrato ormai sei anni fa, l’uomo aveva portato a termine una operazione di cambio del sesso pur restando all’anagrafe di sesso maschile. In seguito a tale operazione, la questura gli aveva negato il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare: la polizia sostiene infatti che il matrimonio avesse motivi fittizi e a riprova di ciò ha citato il cambio di sesso. Il brasiliano transessuale cioè si sarebbe sposato unicamente per poter vivere in Italia. Ma questi ha fatto ricorso e lo scorso 9 febbraio è giunta la sentenza del tribunale di Reggio Emilia: la sua richiesta è stata accolta dal giudice (nel frattempo era tornato a vivere in Brasile). Secondo Annamaria Casadonte giudice civile che ha emesso la sentenza, “E’ pacifico che il ricorrente sia legalmente coniugato con la cittadina italiana, non sussistendo dubbi in ordine alla celebrazione del loro matrimonio”. Per dimostrare la sua tesi il giudice ha fatto riferimento a un caso analogo successo in Germania: anche in quel caso il tribunale aveva definito illegittimo lo scioglimento di un matrimonio solo perché uno dei due aveva cambiato sesso. Il giudice italiano ha poi aggiunto che per il nostro ordinamento la permanenza del matrimonio pregresso rimane in atto “anche dopo l’avvenuta rettificazione del sesso con intervento chirurgico. Soltanto la rettificazione anagrafica di attribuzione di sesso, disposta con sentenza passata in giudicato, può essere causa di divorzio”. Ci sono poi i testimoni: vengono citate nella sentenza persone che attestano la convivenza fra i due soggetti e l’esistenza di un rapporto affettivo “evidente e intenso”. Una sentenza molto lunga quella del tribunale di Reggio Emilia che porta in esame decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo, corti tedesche e austriache e casi accaduti in Svezia dove lo scioglimento del matrimonio per cambio di sesso vengono definiti anticostituzionali.
Concludendo che la polizia non deve entrare nella privacy delle coppie: “Ogni ulteriore indagine sui sentimenti dei coniugi, sulla loro relazione, sul loro menage quotidiano, appare poco compatibile con la tutela che la Carta costituzionale all’articolo 29 assicura ai coniugi nel matrimonio”.