E’ in costante aumento in tutto il mondo la richiesta di uteri in affitto. Per questo motivo sempre più centri specializzati mettono in contatto coppie non fertili, omosessuali e persone single con donne disposte a farsi impiantare nell’utero, dopo un processo di concepimento in vitro, il seme e gli ovuli dei futuri genitori genetici. Uno dei luoghi più attivi risulta essere il Center of Surrogate Parenting (CSP), a Encino, in California, dove in ben 30 anni di attività sono nati circa 1.700 bambini da uteri affittati. Di queste richieste, circa il 40% proviene da stranieri, mentre la metà dei clienti è omosessuale. Solo per fare un esempio, spicca tra tutti il caso del celebre cantante Elton John che nel 2010, all’età di 63 anni, si rivolse a questa clinica per poter avere un bambino insieme al suo compagno, David Furnish. Tutto ha però ovviamente un costo: la donna che mette “in affitto” il proprio utero guadagna tra i 5 e i 10mila dollari, mentre i futuri genitori devono sostenere spese non indifferenti. Oltre ai costi destinati al centro specializzato, infatti, bisogna considerare i 6-10 mila dollari per spese legali, i 15-25 mila dollari per ogni ciclo di Fivet e i 25-35 mila dollari per la gestante. La pratica è illegale in Italia, ma in molti altri Paesi sta diventando molto diffusa: un chiaro esempio è l’India, divenuto in poco tempo il nuovo centro mondiale della maternità in surrogato. Il “boom” è iniziato ufficialmente nel 2006 ma, complici i prezzi decisamente più bassi delle cliniche indiane rispetto a quelle americane o britanniche, oggi il giro d’affari legato a questa pratica risulta essere di circa 2,3 miliardi di dollari l’anno. In India, infatti, il prezzo di tutta l’operazione oscilla tra i 25mila e i 30mila dollari, circa 20mila in meno rispetto a quanto bisognerebbe sborsare in America. In una intervista a “La Nacion”, la dottoressa Nawana della Akanksha infertility clinic ha fatto sapere che ogni mese la clinica riceve tra le 15 e le 20 richieste, provenienti da tutto il mondo: “L’80 per cento dall’estero, specialmente da Stati Uniti, Gran Bretagna e da indiani residenti all’estero”, ha aggiunto.